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Assunzioni, contratti integrativi e aumenti. Attriti fra Asl 5 e sindacati

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Nessun raffreddamento dopo l’incontro in Prefettura dello scorso 7 ottobre fra sindacati, rsu e Asl 5; lo stato di agitazione non si interrompe e resta teso il clima fra le parti. Lo comunicano i sindacati CISL FP, CGIL FP, Nursind, insieme alle Rsu, e contestano all’azienda il fatto di aver deciso da sola il piano delle assunzioni, la modifica unilaterale del contratto integrativo e l’aumento dei compensi ad alcune posizioni organizzative.

“L’Azienda – spiegano – da un lato, in nome del risparmio, modificava il contratto, facendo sì fra l’altro, che dal 1 Ottobre, alcuni punti mensa venissero chiusi senza informativa ai lavoratori, i quali si sono così trovati nella condizione di non pranzare per poter rientrare a lavoro; dall’altro spendeva cifre sempre maggiori per le posizioni organizzative andando, come dalla stessa riconosciuto, ben oltre il limite stabilito con i sindacati e anzi chiedendo agli stessi l’autorizzazione ad aumentare la spesa per le suddette posizioni“.

“La chiusura dei punti mensa – dicono ancora i sindacati – ha per altro determinato il licenziamento degli operatori delle mense stesse, ai quali va la nostra solidarietà. Tutto ciò in un contesto di spending review in cui le amministrazioni dovrebbero ridurre la spesa per figure apicali e dirigenziali, reinvestendo le risorse per una maggiore qualità ed offerta dei servizi al cittadino”.

L’Asl invece, sottolineano, “invece di eliminare gli sprechi e le inefficienze che impattano veramente sul benessere lavorativo e sulla qualità dei servizi offerti alla cittadinanza, ha preso una serie di decisioni unilaterali che vanno a colpire i diritti dei lavoratori e l’utenza. Allo stesso tempo la modifica unilaterale dell’orario di lavoro, vista la rigidità dell’orario imposto, potrebbe avere come conseguenza che gli sportelli aperti al pubblico vengano chiusi anche in presenza di utenti in coda, o che la decisione di trattenersi oltre l’orario di lavoro venga demandata al senso di responsabilità e professionalità degli operatori stessi, creando comunque disagi alla cittadinanza e ai lavoratori”.

Altro argomento oggetto dello stato di agitazione, aggiungono, “è costituito dall’andamento occupazionale che la USL 5 ha deciso senza i sindacati stabilendo da sola il piano di assunzioni per il triennio 2014-16“.

Un comportamento definito “inaccettabile”, perché metterebbe “a rischio i servizi resi alla cittadinanza e la sicurezza di cittadini e lavoratori”. Se non dovessero cambiare le carte in tavola non è esclusa una mobilitazione più intensa, compreso lo sciopero: “Non rimane che adire tutte le forme di rivendicazione previste dalla normativa – concludono – a tutela dei lavoratori, della cittadinanza e della qualità dei servizi sanitari offerti”.

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Pubblicato il: 15 ottobre 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Sociale

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