“L’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio sta operando investimenti importanti su Pisa e Firenze, che sono le due realtà universitarie in cui la carenza dei posti letto si fa maggiormente sentire”. Così il presidente facente funzioni dell’ARDSU Simone Consani interviene nel giorno successivo allo sgombero del residence delle Benedettine, la nuova foresteria dell’Università di Pisa pronta ad essere inaugurata e occupata dalla mattina alla sera di lunedì 20 da un gruppo di studenti del Collettivo Universitario Autonomo.
“Far fronte alle esigenze abitative degli studenti borsisti, cioè degli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi, è un compito specifico dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio, garantito anche dall’articolo 34 della Costituzione” afferma Consani. “A Pisa è prevista la costruzione della nuova residenza universitaria di San Cataldo (240 posti letto) e il recupero degli immobili di via Paradisa (520 posti letto) con un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro, in parte finanziato dal MIUR”.
“Nell’attesa di queste opere” prosegue il presidente dell’ARDSU, “che andranno a risolvere il fabbisogno per gli studenti bisognosi, si stanno ricercando soluzioni temporanee, compatibili con le risorse di bilancio, per alleviare il bisogno abitativo studentesco in attesa della realizzazione di S.Cataldo e Paradisa“. “In tali soluzioni temporanee – dice Consani – rientrano le ipotesi di Villa Madrè e Santa Croce in Fossabanda, senza escludere altre ipotesi che dovessero emergere nell’ambito dell’analisi delle potenzialità presenti in Pisa, purché coerenti con i costi standard previsti a livello regionale (circa 3.000 euro di costo complessivo annuale per posto letto) e tenuto conto che ad ogni studente borsista cui non si è in grado di soddisfare la richiesta di posto letto spettano circa 2.000 euro di contributo affitto”.
“Solo con la buona amministrazione delle risorse del DSU sarà infatti possibile continuare a garantire i servizi per gli studenti borsisti e la generalità degli studenti (mense ed aule studio in primis)”. Il fenomeno delle occupazioni abusive di immobili pubblici – conclude Consani – non aiuta a risolvere questi problemi, la cui risoluzione va affrontata nella sua complessità (anche economica), con metodi democratici e senza spinte illegali e minoritarie tra gli studenti”.