Quasi 100 anni di storia rischiano di sparire per sempre. Quello di ieri è solo l’ultimo degli appelli lanciati da Fabiano Angiolini, presidente della pugilistica Galilei, società sportiva nata a Pisa nel 1917 e fucina di campioni del calibro di Piero Del Papa e dei fratelli Burchi. Dopo che nel 2011 i “campini” del Cep sono stati abbattuti per far spazio agli alloggi di edilizia popolare, la Galilei si è vista privata di uno spazio per gli allenamenti. Fino a dicembre 2013 i pugili della società rossocrociata hanno utilizzato una tensostruttura messa a disposizione dall’amministrazione, poi abbandonata perché “inadatta e fatiscente”.
Oggi gli atleti della Galilei sono costretti ad allenarsi all’aperto, sul viale delle Piagge. “La situazione è arrivata al capolinea – si legge nella lettera aperta inviata dal presidente Fabiano Angiolini ai vertici di Palazzo Gambacorti – i nostri insegnanti dopo aver sopportato a lungo questo stato di cose con pazienza, nella speranza di uno sbocco positivo, hanno gettato la spugna, e la società pugilistica più antica di Pisa è ad un passo dalla chiusura”.
L’amministrazione pisana ha promesso alla società pugilistica l’affidamento di uno spazio all’interno dei nuovi impianti sportivi polifunzionali del Cep. Impianti inaugurati nel maggio 2013 ed entrati effettivamente in funzione solo nel luglio scorso. Nel progetto iniziale si parlava di un campo di calcio a sette divisibile in due campi a cinque, di una palestra per il pugilato e di una struttura polifunzionale. Per adesso ad essere stati realizzati sono solo i campi da calcio, delle palestre nessuna traccia.
“Le palestre non sono state costruite perché sono venuti a mancare i fondi della Regione” spiega l’assessore comunale ai lavori pubblici Andrea Serfogli, “abbiamo ridefinito un progetto che tiene conto delle risorse effettivamente a disposizione, ma i lavori in ogni caso non potranno finire prima del 2016”. “Un’altra soluzione potrebbe essere quella di emanare un bando di contributi – afferma Serfogli – se la Galilei trova una struttura adatta possiamo stanziare dei fondi, ma servirebbe comunque una gara pubblica. Quello che è certo è che abbiamo a cuore il destino della pugilistica”.
La massima disponibilità nei confronti della Galilei è confermata anche dall’assessore allo sport del Comune di Pisa Salvatore Sanzo, che però attribuisce la responsabilità a “chi ha realizzato le case popolari ma non ha pensato ad offrire un’alternativa alla pugilistica”. Il riferimento è all’assessore Serfogli e alla collega Ylenia Zambito, responsabile dell’assessorato all’Urbanistica. “Sono stato io che ho trovato la tensostruttura nella quale la Galilei è rimasta fino al dicembre 2013” aggiunge Sanzo, “mi sono mosso con il Cus per sondare la disponibilità temporanea di uno spazio e ho proposto l’utilizzo di una palestra scolastica, che però non può ospitare un ring fisso di 6 metri per 6. Ribadisco – conclude l’ex schermidore – il Comune deve trovargli uno spazio, è un anno che lo dico, ma a questo punto io non so dove metterli”.
L’impasse però rischia di essere fatale per la Galilei. “La nostra attività prosegue ininterrottamente dal lontano 1917 e ha superato anche il periodo bellico – scrive il presidente Angiolini – interrompere vorrebbe dire affossare la storia della società sportiva più antica di Pisa”. Una storia fatta di nomi e cognomi, a partire da Sergio Burchi – “che il 15 gennaio 1957 disputò un incontro memorabile a Varese contro Artenio Calzavara, valido per il titolo dei pesi mediomassimi” – fino a Piero Del Papa, “che ha concluso la carriera con 44 incontri vinti, 6 sconfitte e 4 pareggi, un titolo europeo vinto nel 1966 contro Giulio Rinaldi” e riconquistato poi nel 1970. “Grande amico della Galilei, della quale era un figlio adottivo – continua il presidente Angiolini – è anche il due volte campione del mondo Sandro Mazzinghi, che in questi momenti così difficili soffre insieme a noi per questa situazione insostenibile”.
