Bed&Breakfast Lucca, buongiorno.
Ah, ehm…buongionoh! Do you have any chamber for free for this week-end?
No, mi dispiace, sono proprio sòrri bat dis uichènd is pieno, der is Lucca Comics ènd its òl sold aut, esaurito, manco li cani, pure per terra, iven on de flor, siamo pieni fin quassù, insomma, sorri ma no. Gubbai.
Excuse me, have you said Lucca…Lucca Camix or something similar?
Yes, du iu nou Lucca Comics?
Oh no, sorry, what’s Lucca Camix?
Ecco.
Come glielo racconti, a uno straniero, cosa sia il Lucca Comics&Games?
Che gli dici? Io una volta c’ho provato, cominciando col parlare di persone che si mascherano e finendo poi a dissertare sulla differenza tra gay pride e carnevale di Viareggio.
Come glielo fai capire cosa vuol dire vivere dentro una città che quattro giorni l’anno si trasforma?
Come gli spieghi la sensazione di essere catapultata indietro nel tempo mentre scansi per un pelo una bimba col vestito di Alice nel paese delle meraviglie per poi tornare al presente quando inciampi nel cappellaio matto di Alice in wonderland, mentre ti trovi a spintonare un Goldrake, a chiedere permesso alle Tartarughe Ninja o a infilarti tra Super Mario e Xena?
Come gli fai arrivare al naso l’odore dei noodles, degli stand, dei panini al sacco e dei caffè al volo, dei fumetti aperti, sfogliati o anche solo toccati per sentire che consistenza ha la carta del Topolino n.78 (che costa più della mia macchina, n.d.r.), l’odore della lacca che tiene su acconciature create solo previo condono edilizio, l’odore del trucco, dei vestiti di seta, della plastica, del sudore, l’odore di cento e cento e cento piedi che pestano la stessa erba, la stessa strada che dopo quattro giorni tornerà silenziosa?
E come gli fai capire cosa vuol dire non conoscere nessuno e conoscersi tutti, vedere gente ammassata in un perimetro cittadino che scricchiola perché non riesce a contenere la calca, sentire il fiato altrui sul collo senza potersi spostare perché davanti hai i rasta finti di Jack Sparrow, e non sentir volare una parola storta, un insulto, un DAJE CHE STO DI FRETTAAAAAARRGGGHHH?
Come glielo dici che sono giorni di delirio, soprattutto per chi vive in centro perché deve andare a lavoro e insomma non è possibile tutti gli anni la stessa storia ‘sti travestiti vengono qui stanno in giro ma non hanno di meglio da fare, dico io, che poi è facile parlare quando non ti trovi le cartacce puzzolenti fuori dal portone, sì, è facile parlare quando non sei un barista che sta dietro un banco assaltato dai Pokemon e da una decina di Sailor Moon, è facile parlare quando non sei lo spazzino che deve ramazzare tutta la città, eh, ma il prossimo anno gliela faccio vedere io al sindaco eh, scrivo una bella noticina che stavolta proprio mi sentono perché non se ne può più, ‘sti comics li facessero da qualche altra parte che qui Lucca non è attrezzata, diventa disagevole per tutti, va bene che dà lavoro a molti ragazzi, va bene tutto ma il rumore è insopportabile, il traffico neanche a parlarne e per andare da una piazza all’altra ci metti un quarto d’ora, eh ma ora mi sentono eh, guardali, guardali, tutti lì accalcati co’ ‘sti capelli tutti impiastrati, no no no, basta, dal prossimo anno cambia tutto, dal prossimo anno si cambia regime, vedrai che dal prossim’anno colcavolo che fanno i Comics a Lucca, ennò, ora si cambia musica, quantèvveroddio questo è l’ultimo anno dei Comics!
Eh, beh, Lucca Comics is laic a griat gheim of…no…beh…diciamo che Lucca Comics is…a manifestescion of…no, cioè, is a…ehm…insomma iu èv tu bi iar for andestand it, ci dovete veni’ pe’capillo.
Lucca Comics&Games 2014.
(l’ultimo anno, da anni).
Alessia R. Terrusi
Gli si deve dire “It’s a comicon.” è così semplice…