Prescrivevano latte in polvere invece di consigliare alle donne di utilizzare il proprio latte materno, in cambio di regali e benefici e sono finiti nella mirino dei Nas.
Si tratta di 18 persone: 12 pediatri (due dei quali primari), 5 informatori scientifici e un dirigente di un’azienda di alimenti per l’infanzia, tutti raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Le misure sono state eseguite questa mattina da 110 Carabinieri dei Nas di Livorno e dall’arma territoriale e comprendono anche 26 decreti di perquisizione. Tutte le persone coinvolte sono indagate per corruzione.
Otto i medici pisani finiti sotto arresto, insieme a un medico di Piombino, uno di Lido di Camaiore, un primario di La Spezia e uno di Empoli, entrambi residenti a Pisa. L’operazione ha interessato la pronuncia di Pisa in senso vasto, in particolare la Valdera ed il volterrano dove in arresto sono finiti sette medici con perquisizioni a Cascina, Ponsacco, Peccioli e Volterra. Arresti anche nelle Marche, in Lombardia e in Liguria.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi giunge a conclusione di una lunga e complessa indagine, iniziata nel 2013 e condotta dai Carabinieri del NAS di Livorno – coordinati dalla Procura di Pisa – Dott. Giovanni Porpora – nell’ambito della commercializzazione di latte artificiale per l’infanzia.
L’accusa è di aver indotto le madri a utilizzare latte artificiale di note aziende, contravvenendo al decreto del 2009 del Ministero della Salute che vieta la promozione di alimenti per lattanti presentati come equivalenti al latte materno.
Il raggio di azione, solo per la provincia di Pisa, è di migliaia di persone; i Carabinieri stimano infatti un bacino potenziale di 10.000 pazienti. Se non può esserci un dato preciso delle persone che hanno utilizzato latte artificiale su indicazione dei medici, mentre avrebbero potuto usare il latte materno, è certo che di fronte ad un bacino di utenti così esteso le possibilità che questo dato sia alto sono più elevate. Secondo i Carabinieri inoltre, le aziende disponevano di sistemi informatici tali da permettergli di verificare i fatturati realizzati per ogni provincia.
“L’attività investigativa del NAS toscano è giunta ad accertare una consolidata e diffusa pratica corruttiva”, ha spiegato in conferenza stampa il comandante del gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma, Giovanni Capasso, “che alcune note ditte di alimenti per l’infanzia praticava per indurre numerosi pediatri a prescrivere latte artificiale ai neonati dietro elargizione di tangenti – sottoforma di costosi viaggi e regali di lusso – ed aumentarne così le vendite”.
“Le aziende – spiega ancora – avevano architettato un complesso sistema per giustificare gli ingenti esborsi di denaro sostenuti per finanziare le corruzioni, infatti gli informatori scientifici dei noti marchi prendevano contatti con i pediatri per “sollecitarli” a prescrivere latte artificiale ai neonati, contravvenendo agli unanimi pareri scientifici sulla necessità di promuovere l’uso del latte materno”.
“Grazie, poi – aggiunge – alla compiacenza di alcune agenzie di viaggio che fatturavano false spese per la partecipazione dei medici a congressi e corsi di aggiornamento anche internazionali, tramite queste, facevano ottenere un “buono” al singolo professionista che lo utilizzava per pagare viaggi di piacere per sé ed i propri familiari”. Sulle agenzie coinvolte – una è di Pisa – che avrebbero collaborato nello svolgimento delle indagini, non ci sono accuse specifiche. L’inchiesta riguarda principalmente i medici pediatri di base, convenzionati con le rispettive ASL, e i due noti primari di ospedali italiani, quello di Spezia e di Empoli, per i quali era più facile convincere le neo mamme in dimissione ad utilizzare latte artificiale per l’alimentazione dei propri bambini.
I Carabinieri sarebbero riusciti a provare un giro di centinaia di migliaia di euro utilizzati per pagare i “regali” ai medici: si va dai tablet agli Iphone, computer, condizionatori, televisori. Spesso anche viaggi in rinomate mete turistiche come Sharm el Sheik, India, Stati Uniti, Parigi, Londra, Istanbul e Crociere nel Mediterraneo e nord Europa.
Michele Masini, dirigente di un’azienda che produce latte artificiale, 50 anni residente a Limbiate (MB)
Dario Boldrini, informatore, 33 anni, di Pisa
Valter Gandini, 70 anni, informatore, di Pisa
Vincenzo Ruotolo, 64 anni, informatore, di Grottammare (AP)
Gianni Panessa, 59 anni, informatore di Livorno
Giuliano Biagi, 35 anni, informatore di Massa
I medici:
Maurizio Petri, 64 anni, medico pediatra di Cascina
Fabio Moretti, 61 anni, residente a Chianni con ambulatorio a Pontedera
Marco Granchi, 61 anni, medico pediatra di Pontedera con ambulatorio a Ponsacco
Claudio Ghionzoli, 63 anni, residente a Pisa con ambulatorio a Cascina
Renato Domenico Cicchiello, 66 anni, di Livorno, medico pediatra a Livorno
Stefano Parmigiani, 57 anni, residente a Parma, medico pediatra, primario del presidio ospedaliero del Levante ligure, Asl 5 Spezzino, (La Spezia)
Roberto Bernardini, 57 anni, pediatra residente a Calcinaia, primario dell’ospedale San Giuseppe, Asl 11, Empoli
Gian Piero Cassano, 65 anni, residente a Lido di Camaiore medico pediatra con ambulatorio a Viareggio
Marco Marsili, 59 anni, medico pediatra di Piombino
Roberto Rossi, 62 anni, residente a Palaia, medico pediatra con ambulatorio a Capannoli
Eros Panizzi, 61 anni, medico pediatra di Peccioli
Luca Burchi, 59 anni, medico pediatra di Volterra
manca una lista dei nomi
ironia della storia :
http://www.paginaq.it/2014/11/21/etica-e-medicina-esperti-confronto-con-salvatore-natoli/
Hei, avete notato? A parte due informatori gli altri sono tutti intorno ai 60 anni + o -. L’età non fa la deontologia, anzi! sembra che si perda insieme alla memoria!!. Speriamo nei giovani, almeno in pediatria!!!
manca la lista dei nomi delle aziende produttrici di latte