Piena, il disco di Tommaso Tanzini
Tra arpeggi intricati e morbide basi dark-wave, cantautorato in salsa genovese e qualche notturno eco di Nick Drake, le 12 canzoni di Piena propongono un credibile mosaico unitario, un intimo corpo a corpo tra speranza e malinconia. Un disco di canzoni d’amore che una volta tanto non ti fa sentire in imbarazzo per chi queste canzoni le ha scritte, le suona e le canta. Perché a scrivere canzoni d’amore si rischia la grossolana figura di merda.
Non capite male, io i testi di Piena non li ho decifrati, all’inizio ho provato a seguire qualche traccia: la possibile fuga da una città piccola e vanitosa, lo sdegno per quelli che hanno già capito, l’ennesima mandata di musicisti veramente ma veramente innovativi, il letargo della spensieratezza e l’emersione di ricordi retroattivi, il cercarsi senza trovarsi e ricercarsi, mentre intanto il soggetto parlante da io diventava noi, poi si sdoppiava in un tu e si faceva le domande da solo.
Allora ho dato carta bianca ad un ascolto più ‘onirico’, uno stato in cui le parole e le immagini passassero come nuvole in viaggio, da guardare e interrogare senza pretendere risposte. E mi son detto che d’amore si tratta, anche se qualche strofa mi suggeriva di non esserne così sicuro.
Oggi è caduto un monte / è sprofondato in mare / e il cielo si è coperto / di un nero funerale / oh dolce niente / mi manchi tanto / ma son sicuro / che tornerai presto
Tommaso Tanzini suona prevalentemente una chitarra classica econominchia e rattoppata, una chitarra che a sentirla da sola non gli daresti un euro, una chitarra da portare sulla spiaggia senza custodia. Ma il suono di questa chitarra non esce da solo: svicola dentro ad un paio d’accordatori con funzione di switch, sta in equilibrio sui pedali di legno d’un sinth analogico vintage, fa lo slalom fra le basi campionate, e arriva ad un piccolo amplificatore cubico.
Quel suono, nasale e anonimo che era, riesce all’aria, dopo il suo percorso di redenzione elettronica, si ripresenta, trasformato, fresco e sorprendente. Ce ne sono di aggeggi elettronici ai piedi di Tommaso, a montare e collegare questa attrezzatura gli ci vuole una mezzora. La cosa funziona e i pezzi girano come se a suonare non fosse uno solo. Poi sai, quando ci sono le lucine che vanno e vengono, lo sai, la gente s’arrapa.
Se vi volete riappacificare con la parola cantautore, o semplicemente averci qualcosa da sentire in macchina che vi rimetta in circolo i liquidi sentimentali del cervello, questo potrebbe essere il disco che fa per voi.
Tommaso Tanzini presenta Piena dal vivo, venerdì 21 novembre ore 21:30 al Teatro Rossi Aperto, Pisa.
Ico Gattai