Pubblichiamo di seguito l’intervento di Ettore Bucci, del coordinamento di SEL Pisa città, con cui saluta e augura buon lavoro al nuovo prefetto Attilio Visconti.
L’arrivo del nuovo prefetto Attilio Visconti a Pisa è segnato da sue dichiarazioni di indubbio interesse: sostegno alle fasce deboli colpite dalla crisi, accoglienza verso i migranti, apertura alla concertazione con territorio e giovani circa la gestione della vita notturna.
Pisa è uno spazio in cui realizzare politiche per quasi 200 mila abitanti (in gran parte non domiciliati e pendolari) di cui più di un quarto studenti e un decimo (21 mila) fuorisede: senza questi pezzi sociali, la città muore. Pisa è meticcia: o questa opzione, ricca e produttiva, viene gestita in tutte le sue implicazione, o saremo ostaggio delle paure, fortemente aggravate dalla crisi. La paura della marginalità che spinge, ad esempio, i penultimi della società a dare addosso agli ultimi.
È un dato che ha sempre segnalato con forza la Caritas diocesana e che, come sottolineato dalla nostra capogruppo Ghezzani a proposito della presenza dei Rom, non può essere affrontato con pulsioni rabbiose. Bene, pertanto, la promozione dell’accoglienza fuori da termini di pura “contabilità”, come indicato anche dall’eurodeputata Barbara Spinelli in una sua vibrante e condivisibile lettera di alcuni giorni fa.
Sulla cosiddetta “movida” il prefetto ha proposto un tavolo settimanale in questura: meglio della rovente girandola epistolare al Tirreno leggibile fra maggio e settembre. Auspicabile che la Conferenza Università-Territorio e il Consiglio degli Studenti dell’Università, organismi deputati all’elaborazione delle politiche di concertazione attraverso le rappresentanze democratiche, ricevano dal dott. Visconti impulso e sostegno in termini di azioni positive inter-istituzionali. Che cos’è una “alleanza per un freno alla movida”?
Parliamo di Politica: immobili sfitti e spazi inutilizzati, accesso ai TPL a livello di area vasta, vigilanza sull’accordo territoriale per i contratti concordati, accorte politiche di sicurezza. Su tali vicende, più che nuovi tavoli con cui arricchire l’agenda, serve una programmazione e un calendario, come prova a fare il comune di San Giuliano Terme attraverso il censimento dello sfitto. Che il necessario raccordo con le forze dell’ordine sia legato a politiche complessive e non alla mera rincorsa di ansie securitarie. Che sia rafforzato il legame con i residenti, attraverso discussioni aperte in seno ai CTP.
Fiducia e auguri di buon lavoro al prefetto Visconti, purché valga ciò che dice san Giacomo: “La fede, senza le opere, è morta”.
Ettore Bucci