In un capannone della zona industriale di Gello, a Pontedera, Luca Mazzanti e sua moglie ci accolgono calorosamente e l’atmosfera è quella delle tante piccole aziende a conduzione familiare della zona. Dietro la parete di cartongesso che divide l’ingresso dall’officina però c’è un bolide da 700 cavalli in costruzione che finirà in Cina.
Le nostre sono automobili sartoriali, vetture slegate dalla logica del mercato e frutto di passione e competenza
“CON LE MACCHINE CI SONO NATO” – Quando chiediamo come sia arrivato al mondo delle automobili, Luca Mazzanti corregge il tiro: “Più che arrivarci ci sono nato”. “Mio padre aveva una normale carrozzeria che alla fine degli anni Ottanta trasferì da Pistoia a Pontedera – spiega mentre ci mostra l’atelier – ho cominciato a lavorarci durante gli studi. Per lui era un lavoro come un altro, per me era già una passione. Mio padre lo considerava un lavoro poco edificante, voleva che studiassi magari fino a trent’anni. Io però sono testardo e ho fatto la mia scelta. Disegnavo macchine da quando avevo 8-9 anni, tutti i miei amici sognavano la Ferrari, io volevo costruire e disegnare la mia macchina”.
PASSIONE RESTAURO – La carrozzeria del padre comincia presto ad andare stretta a Mazzanti. Molto più interessante fare esperienza da Mario Faralli, storico restauratore con officina alle Quattro Strade, col quale il padre di Luca collabora da tempo. “È stato il primo approccio con un mondo diverso da quello delle riparazioni, facevamo restauri molto importanti – diverse Cisi Italia 202, Spider Nuvolari, anche la mitica Maserati 450S guidata da sir Stirling Moss – e prototipi per piccoli costruttori che correvano in salita. Per me è stato come fare l’università del design della macchina, ho imparato moltissimo”.
ANTAS – Nel 1998 Luca Mazzanti entra in società con Walter Faralli, quattro anni dopo nasce il brand F&M. Nell’officina delle Quattro Strade i due disegnano e realizzano una vettura a partire dal telaio di una Maserati. Antas viene presentata nel 2006 e riceve gli onori al Salon Top Marques di Monaco, al Salon Privé di Londra, al Privat Drive di Abu Dabi. “Da lì è cominciato il turbine di eventi che stiamo vivendo – afferma sorridendo Luca Mazzanti – siamo stati invitati in tutto il mondo, la Warner Bros ha voluto la Antas nel cartone animato Speed Racer”. Smaltita la sbornia per il successo di Antas, le strade di Mazzanti e Faralli si dividono: “Il restauro va gestito in un modo, la costruzione in un’altra, difficile trovare un compromesso. Io avevo già in mente Evantra e ho detto al mio socio che volevo cambiare marcia e realizzare una macchina da zero”.
NUOVI INIZI – “Tra 2010 e 2011 sono ripartito da zero, con nuovi spazi adatti alle nuove esigenze ed un progetto su cui lavorare, quello di Evantra” racconta Mazzanti. “È la prima vettura costruita interamente a Pontedera, dopo la presentazione del prototipo nel 2012 il primo esemplare è entrato in produzione nel 2014”. Motore V8 da 7.000 cc e 701 cavalli, per avere un’Evantra ci vogliono 8 mesi circa ma soprattutto 700mila euro, almeno per la versione base. La possibilità di personalizzare al massimo la vettura conta molto quando si passa alla cassa: “Non presentiamo gli optional su un catalogo, ci mettiamo insieme al cliente e gli chiediamo cosa gli piacerebbe avere”.
BOLIDI STRADALI – Quando era ancora solo un prototipo, Evantra ha suscitato l’interesse della Sony, che l’ha inserita nell’ultima versione del gioco di automobilismo Driver per Playstation. Come la Antas, anche lei finisce al cinema. Per vederla dovremo aspettare l’estate 2015, quando uscirà in Italia Trasporter 4, film d’azione di Luc Besson. Nonostante il look ed il fatto che possa raggiungere i 350 km/h, Evantra è una macchina omologata per circolare sulla strada. “Costruire una macchina da pista è molto più facile, le uniche cosa che contano sono la prestazione e il regolamento. Noi dobbiamo pensare alla sicurezza, alle emissioni, al comfort, garantendo contemporaneamente le prestazioni”. Il concetto di comfort è relativo, per entrare nella supercar pontederese serve un certo contorsionismo. “Anche questo fa parte di una certa ritualità che contribuisce a rendere unico il rapporto con un’automobile, il solo entrare in una macchina di questo tipo deve dare un’emozione diversa da quella che ti dà la Punto che usi tutti i giorni per andare a lavorare”. Luca Mazzanti rimpiange il fatto che le macchine sportive siano diventate alla portata di tutti, “questo ha contribuito a strozzarle. Ormai i modelli più economici della Ferrari costano come un’ammiraglia della BMW. Noi ci collochiamo in un’altra categoria, l’Evantra è superiore ad una Ferrari 458, fare le auto in maniera artigianale non significa farle peggio, al contrario”.
I CLIENTI – Sui suoi clienti Luca Mazzanti mantiene il più stretto riserbo. “In generale si tratta di grandi appassionati, che hanno già molte auto e che vogliono regalarsi qualcosa di unico. Chi cerca solo un mezzo per ostentare ricchezza si compra una Ferrari, vuole il marchio”. Il prezzo è proibitivo, ma l’investimento è assicurato: “non credo che arriveremo a produrre 100 esemplari, comprando l’Evantra compri un’auto che in pochi hanno nel mondo”.
PICCOLE AZIENDE CRESCONO – Oggi Mazzanti Automobili ha 3 dipendenti e diversi collaboratori. “A pieno regime in officina lavorano una decina di persone, tecnici specializzati che lavorano in base ai flussi di produzione”. I componenti arrivano da una trentina di aziende, per la stragrande maggioranza italiane e molte locali. La tappezzeria ad esempio è cucita a Pontedera. Per il prossimo futuro, il fondatore della Mazzanti ha le idee chiare: “consolidare il nostro successo”. L’officina sarà allargata di 400 metri quadrati, l’obiettivo è quello di arrivare a produrre 5 vetture l’anno. “Mi sembra una dimensione giusta per restare fedeli alla filosofia della produzione artigianale” afferma Luca Mazzanti, “per lo stesso motivo ho rifiutato tante proposte, persone interessate ad entrare in società con me. Preferisco sacrificarmi ma continuare a fare le cose in una certa maniera”. Con la costruzione del nuovo autodromo di Pontedera – se tutto va bene i lavori nella tenuta Isabella cominceranno nel 2015 – alla Mazzanti è stato proposto di installare un centro ricerca e sviluppo. “Abbiamo un accordo verbale, anche se la maggior parte dei test sono svolti su strada, per noi sarebbe fantastico avere una pista a meno di 2 km di distanza da qui”. La sinergia tra il costruttore di supercar – il cui lavoro è seguito attentamente dall’Università di Pisa – e i responsabili dell’autodromo potrebbe essere il primo passo verso la realizzazione di quel distretto del motorsport che potrebbe caratterizzare il territorio nei prossimi anni.
foto di Giacomo Bartolini (bonk@hotmail.it)