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Museo di Palazzo Reale, crescono le visite ma la mancanza di risorse è cronica

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Fra i musei di Pisa quello di Palazzo Reale è forse quello meno conosciuto dai pisani, o comunque, il meno visitato. Eppure è lì, in un palazzo che spicca sul Lungarno, dove è ospitata anche la Soprintendenza, a un passo da piazza Carrara e da Palazzo alla Giornata.
Quest’anno però il Museo di Palazzo Reale ha conosciuto una vero e proprio periodo felice, che per la verità è iniziato da già qualche anno.

Il 2014 ha portato nelle sale del museo nazionale 5403 visitatori, che certo non sono i quasi 2 milioni degli Uffizi di Firenze (il più visitato tra quelli toscani, con una crescita di oltre il 3%) e neppure i 13 mila che nell’anno appena chiuso hanno varcato la porta del Museo di San Matteo.

palazzo-realeMa la crescita dei visitatori è sorprendente: dal 2013, quando erano 4216, al 2014 sono aumentati del 28%. E dal 2008, quando erano soltanto 571, ad oggi, il tasso è cresciuto di oltre nove volte.
Con i visitatori sono aumentati anche gli incassi, che nel 2014 hanno raggiunto i 6 mila euro, ma è soprattutto il numero dei non paganti a pesare, 3898 contro 1505. Non paganti che sono in gran parte costituiti dalle scolaresche: nell’anno appena trascorso sono stati oltre 2400 gli alunni in visita a Palazzo Reale, soprattutto scuole elementari e medie.

A contribuire infatti in maniera determinante alla crescita del museo in questi anni, come ci spiega il direttore Dario Matteoni, è stata la creazione di percorsi differenziati e laboratori pensati per le scuole, come quello sul Novecento. Nel 2012 la collezione del Museo Nazionale di Palazzo Reale si è infatti arricchita di opere dei primi decenni del ‘900 provenienti dagli acquisti di Casa Savoia (ma Palazzo Reale ospita anche i dipinti e la gipsoteca di Italo Griselli).

Dal 2008 ad oggi è quasi decuplicato il numero dei visitatori, ma il Museo ha bisogno di risorse

A quello sul Novecento si affianca il percorso sui ritratti di corte, articolato a seconda delle diverse fasce di età. Un tema che costituisce anche uno dei percorsi pensati e proposti ai visitatori adulti e che, spiega Matteoni “ben si adatta a una visita in un museo che una volta era una residenza”: le immagini delle famiglie granducali, Medici e Savoia, offrono nelle intenzioni del museo uno spunto, si legge nella brochure, “per ripercorrere le vicende del territorio toscano dalla metà del ‘500”, e gli eventi che legano questi personaggi alla città di Pisa.

Una scelta strettamente legata alla volontà di dare a questo museo un’identità. “Palazzo Reale è un ibrido fra museo di collezione e residenza storica”, dice Matteoni, “e la mancanza di una caratterizzazione non ha giovato a creare un legame con la città e i cittadini. Tanto che la maggior parte dei visitatori, scuole escluse, è costituita da cittadini stranieri”. Intanto portare qui gli studenti contribuirà domani a formare adulti che sanno, e apprezzano, ciò che Palazzo Reale conserva.

 

 

Tanto ci sarebbe e si potrebbe fare per Palazzo Reale, a cominciare dalle aperture. Il museo ha infatti orari ridotti e inusuali,  dal lunedì al sabato dalle 9 alle 14, con chiusura il martedì, la domenica (escluse le giornate speciali come quelle del patrimoni) e festivi. Il perché è presto detto: sono solo 7 le unità di personale in servizio. Le stesse che gestiscono anche il flusso verso gli uffici della Soprintendenza, il cui lavoro deve essere quindi ottimizzato per rispondere ad entrambe le esigenze.

palazzo-realeInsieme al personale quello di cui avrebbe bisogno Palazzo Reale sono risorse. Risorse per provvedere a una maggiore manutenzione (ci sono punti, anche se pochi, dove i muri trasudano umidità ed emerge la muffa), per ammodernare l’impiantistica (il palazzo ci spiega Matteoni “è ancora scaldato a gasolio”).
Risorse per fornire le sale di un adeguato apparato comunicativo: “Siamo consapevoli – afferma il direttore Dario Matteoni – della sua inadeguatezza, ma le esigenze di manutenzione hanno impegnato le risorse. Abbiamo cercato di sopperire con la realizzazione di brochure, ma sappiamo che il museo meriterebbe di più”.

Se gli sforzi non mancano, a scarseggiare sono i soldi. Eppure c’è stato un momento in cui Palazzo Reale è stato al centro del grandioso progetto degli Uffizi Pisani, voluto dall’allora soprintendente di Pisa Guglielmo Malchiodi.
Il risultato a Palazzo Reale sono due cattedrali nel deserto: un ascensore e una copertura di vetro – che aumenta gli sforzi di manutenzione e pulizia – e la ricostruzione di una stanza da cui si accede al passaggio dietro l’abside della chiesa di San Nicola.
Un passaggio, e una stanza non fruibili dai visitatori, dato che oggi il nuovo vano è destinato a deposito.
E se è vero che la copertura di vetro che svetta sopra il nuovo ascensore ha consentito il recupero di uno spazio espositivo (piccolo per la verità), le esigenze del Museo Nazionale di Palazzo Reale erano ben altre.
Uffizi Pisani
Il progetto era quello di dare vita a complesso museale composto da Palazzo Reale, il Teatro Rossi e il Palazzo dell’ex Intendenza di Finanza, con la ricostruzione della rete di passaggi dell’epoca dei granduchi lorenesi che collegavano Palazzo Reale, la chiesa di San Nicola e il Teatro Rossi. A questo si aggiungono le targhe con la scritta “Uffizi Pisani” sistemate nei luoghi coinvolti dal progetto. Ma l’apertura che conduce alla chiesa di San Nicola non è l’unica: sulla parete si aprono due porte finestre che affacciano sul vuoto del cortile sottostante.
Punto d’arrivo del progetto sarebbe stata la costruzione di un ponte di cristallo per collegare via Santa Maria e via Sant’Antonio.

 

 

Palazzo Reale negli ultimi tempi organizza anche mostre temporanee, realizzate con risorse proprie, come l’esposizione Quelli che si salvarono. Una mostra che ha reso visibili quelle opere che durante i bombardamenti del 1943 furono spostate dalle chiese della città per salvarle dalla distruzione e che a guerra conclusa, quando le chiese di origine non erano più in grado di accoglierle in sicurezza, rimasero presso la Soprintendenza. Opere che provengono dalle chiese di San Vito, dei Santi Cosma e Damiano, e di Sant’Antonino in Qualquonia e che oggi sono conservate nei depositi del Museo di San Matteo e di quello di Palazzo Reale.

Allestita in occasione della giornata del 7 dicembre, per la giornata nazionale dell’archeologia, del patrimonio artistico e del restauro promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la mostra viene smontata in questi giorni: la volontà sarebbe stata quello di prorogarla, ma i cavalletti sistemati nelle sale di Palazzo Reale utilizzati per esporre le opere sono necessari per le attività ordinarie del museo a cui erano destinati, e soldi per comprarne altri non ci sono.

Museo di Palazzo Reale

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Pubblicato il: 11 gennaio 2015

Argomenti: Cultura, Pisa

Visto da: 2485 persone

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Una risposta a: Museo di Palazzo Reale, crescono le visite ma la mancanza di risorse è cronica

  1. avatar gioconda gioia scrive:

    Salve, ho appena visitato il museo/collezione di cui parla. L’ho trovato fantastico, e, parlando con una dipendente/guida molto appassionata, mi sono resa conto delle difficoltà che questo sito ha sia a livello di personale che di manutenzioni. Purtroppo si continua a pensare in Italia che i soldi per il restauro dei monumenti siano poco importanti. A Pisa ci sono venuta altre volte, ma, a parte la piazza dei Miracoli, non avevo visto altro, mentre lunedì mi sono resa conto che ha una potenzialità immensa di patrimonio da valorizzare. Oltre al museo ho visto chiese abbandonate come quella di San Zeno o quella ancora più vergognosa come situazione di San Paolo. Mi sono sentita frustrata, come turista, ma sopratutto come italiana disoccupata. Pisa è stata ed è una delle più belle città del mondo, dobbiamo lottare perchè sia lei che tutte le altre bellissime città italiane vengano accudite come si conviene, in quanto solo loro potranno essere il nostro futuro di benessere. Un caro saluto

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