L’Università di Pisa partecipa al programma europeo per la ricerca e l’innovazione con ben 12 progetti, che vanno dalla robotica alla salute, sicurezza alimentare e chimica teorica
Quasi 4,5 milioni di euro per dodici progetti di ricerca a cui partecipa l’Università di Pisa: sono questi i numeri dei primi contratti firmati nell’ambito di Horizon 2020, il nuovo programma quadro per la ricerca e l’innovazione dell’Unione Europea, che ha premiato l’Ateneo pisano selezionando dodici proposte presentate insieme a università di tutta Europa.
«Sono progetti che vanno dalla ricerca di frontiera allo sviluppo tecnologico, dalla valorizzazione dei risultati della ricerca allo sviluppo dell’innovazione, dalla salute alla sicurezza alimentare – commenta la professoressa Ann Katherine Isaacs, delegata del rettore per i Programmi europei – Per il nostro Ateneo è un risultato sicuramente positivo, che ci auguriamo venga ampliato nelle prossime settimane, visto che ci sono ancora 75 proposte già presentate in attesa di esito che dovrebbero portare a Pisa altri significativi successi, nonché altre numerose proposte in preparazione».
La struttura di Horizon 2020 si compone di tre settori, “Excellent science”, “Industrial leadership”, “Societal challenges”, sotto-programmi che racchiudono le diverse tipologie di progetti e finanziamenti. I progetti finanziati all’Università di Pisa nel primo anno di vita del programma coprono tutti e tre i pilastri di Horizon 2020, coinvolgendo sei dipartimenti – Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, Medicina clinica e sperimentale, Scienze della Terra, Chimica e chimica industriale, Ingegneria dell’Informazione, Informatica – e il Centro di Ricerca “E. Piaggio”.
L’Ateneo pisano è capofila di uno dei dodici progetti, quello presentato dal professor Giuliano Manara, del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, intitolato “EMERGENT. Chipless multisensor Rfid for green networks”, che ha ricevuto 270.000 euro e si occuperà di sensori innovativi basati su Tag Rfid a basso impatto ambientale.
Significativo è il finanziamento assegnato al professor Antonio Bicchi, del Centro di Ricerca “E. Piaggio”, per il progetto “SoMa. Soft-bodied intelligence for manipulation”, che si è aggiudicato 1.617.250 euro per lo sviluppo di mani robotiche basate sulla tecnologia della “soft robotics”.
Dino Pedreschi, docente del dipartimento di Informatica e del KDD Lab dell’ISTI-CNR, è stato premiato per due progetti: “CIMPLEX. Bringing citizen, models and data together in participatory, interactive social exploratories” (170.000 euro) e “SoBigData” (360.000 euro), due ricerche che hanno al centro l’analisi dei big data.
Marco Danelutto, sempre del dipartimento di Informatica, ha avuto 401.875 euro per “RePhrase. Refactoring parallel heterogeneous resource-aware applications – a Software Engineering approach”, un progetto che prevede la sperimentazione di nuove e innovative metodologie e strumenti per lo sviluppo di applicazioni data-intensive e parallele.
Sono due le ricerche finanziate al professor Gianluca Brunori, del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali: il primo è “DIVERSIFOOD. Embedding crop diversity and networking for local high quality food systems”, con 74.984 euro; il secondo è “SUFISA. Sustainable finance for sustainable agriculture and fisheries”, con 383.000 euro, e sono progetti che si occupano di sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile.
Ci sono poi i finanziamenti assegnati ai docenti del dipartimento di Chimica e chimica industriale: Maurizio Persico ha avuto 329.745 euro per “TCCM. Theoretical chemistry and computational modelling”, un progetto che si occuperà di elaborare modelli teorici e nuovi metodi di calcolo nell’ambito della chimica teorica e computazionale; e Fabio Di Francesco, che ha ottenuto 529.766 euro per “HEARTEN”, una ricerca che vuole migliorare la qualità della vita di pazienti con scompenso cardiaco.
A Giuseppe Barillaro, del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, sono andati 258.061 euro per “SYNCHRONICS. Supramolecularly engineered architectures for Optoelectronics and Photonics”, che ha l’obiettivo di sviluppare una nuova generazione di biochip fotonici con performance avanzate per il monitoraggio di biomolecole di interesse clinico.
Paolo Vitti, del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, ha ottenuto 11.270 euro per “Euthyroid. Towards the elimination of iodine deficiency and preventable thyroid-related diseases in Europe”, una ricerca che riguarda gli studi sulla tiroide e infine Luigi Folco, del dipartimento di Scienze della Terra, 20.625 euro per “EURO-CARES. European curation of astromaterials returned from the exploration of space”, che si pone come obiettivo la realizzazione di un progetto per la costruzione di un centro europeo in cui ricevere e curare campioni di materiali extraterrestri raccolti dalle future missioni nello spazio.