Sabato 7 e domenica 8 febbraio in scena al Teatro Verdi il testo di Shakespeare. Sabato alle 18.30 un incontro in Sala Titta Ruffo, con tutta la compagnia coordinato da Franco Farina
Riparte da Shakespeare la fervida ricerca di Luigi Lo Cascio, artista raffinato che ama le sfide, capace di parlare con profondità e immediatezza al grande pubblico, a teatro come nel miglior cinema italiano. Sua è la potente riscrittura di Otello che, attesissimo, arriva finalmente anche a Pisa, al Teatro Verdi, quinto appuntamento della Stagione Teatrale: sabato 7 febbraio alle ore 21 e domenica 8 febbraio alle ore 17.
Dello spettacolo Luigi Lo Cascio è anche regista nonché l’interprete del ruolo di Iago. Dà corpo e voce ad Otello Vincenzo Pirrotta, il noto attore palermitano erede della tradizione dei cuntisti, dalla fisicità dirompente e dalla non comune vis interpretativa. Con loro, Valentina Cenni nel ruolo di Desdemona e Giovanni Calcagno, soldato e cantastorie del dramma.
Lo spettacolo sarà preceduto, alle 18.30 di sabato da un incontro in Sala Titta Ruffo, con tutta la compagnia; introdurrà e coordinerà Franco Farina, docente di “Fare Teatro”.
A partire da Shakespeare un altro Otello: «Un Otello scarnificato, ridotto a tre, anzi quattro personaggi: il condottiero, l’alfiere, Desdemona, ai quali si aggiunge l’invenzione di un soldato che si fa narratore, coscienza critica, coro» piega Luigi Lo Cascio nelle sue note di regia. Un Otello dove, grazie all’uso dei versi e a una scrittura in cui la lingua italiana e quella siciliana si fronteggiano a colpi di endecasillabi, il plot si presenta modificato già nella sequenza temporale. Tutto comincia infatti dalla fine. Annota ancora Lo Cascio: «La tragedia di Otello è già compiuta; la prima preoccupazione di chi resta è giustiziare Iago. Per mezzo di atroci torture si vuole penetrare il mistero dell’evidente sproporzione tra il suo risentimento per Otello e la catastrofe che ha voluto innescare. Un soldato che ha assistito agli avvenimenti, non sopportando le distorsioni e i travisamenti con cui la vicenda rischia di venire tramandata, racconta la storia del suo amato generale, praticando alcune infrazioni alla realtà in nome di una verità più radicale. Nella sua versione, la storia di Otello è la storia di un uomo. E ciò che lo conduce al compimento del suo atto scellerato non è chiaramente dovuto alle implicazioni che derivano dal colore nero della pelle. Ma da quella differenza fondamentale che talvolta, invece di generare un incontro tutto da costruire in virtù del desiderio, può spalancare un varco da cui può irrompere un odio smisurato. Questa differenza è quella tra uomo e donna.»
Otello, ci dice Lo Cascio, ci pone almeno tre domande: «Aldilà del tiro infame che l’onesto Iago gioca ad Otello, è solo una serie di parvenze e malintesi il nostro universo di relazioni? Davvero anche l’amore è puro abbaglio? È forse connaturato alle passioni più travolgenti il fatto di racchiudere, nel loro cuore più intimo e sconosciuto, una luce sinistra, lama affilata che ustiona gli occhi e acceca la mente consegnandola prima al tumulto, poi al furore?»