Progettista di marchi, collane, confezioni editoriali Riccardo Falcinelli è autore di Critica portatile al visual design e sa che chi legge sa che le quarte di copertina vogliono sedurre
La confezione di un libro – copertina, quarta, risvolti – è anche un insieme di promesse. Critica portatile al visual design di Riccardo Falcinelli (Einaudi 2014, 322 pp., 17 euro) le mantiene tutte. D’altra parte, sapevamo che l’autore ha le tutte carte in regola per riuscirci.
Riccardo Falcinelli fa, tra le altre cose, parte di quella specie rara che è il grafico editoriale: non solo autore delle immagini di molte copertine, ma spesso progettista di marchi, collane, confezioni editoriali. Parte anche lui di quel fenomeno editoriale che è minimum fax, per cui ha fatto molti libri, suo è il progetto grafico di Einaudi Stile Libero da oltre dieci anni, e quello di un altro caso editoriale recente, pagina99.
Ora, fare il grafico editoriale è un po’ come fare il medico: se le cose vanno male è colpa tua (“la copertina non funziona, nessuno prende il libro dallo scaffale”), se vanno bene è per lo più merito di dio o dell’autore. Ecco, Falcinelli è il bravo medico, quello il cui lavoro viene riconosciuto e che anzi ti raccomandano.
Il grado più alto del packaging è quando sembra assente
Ecco mantenuta una promessa, quella del testo di cui, da lettori più o meno voraci, iniziamo a diffidare sempre di più: la quarta di copertina. Riccardo Falcinelli sa che chi legge sa che le quarte di copertina vogliono sedurre, quindi risponde a tutte le domande che ha usato per attirare la nostra attenzione, compresa quella più difficile e indiretta, nascosta nel sottotitolo: “da Gutenberg ai social network”. Già, perché mai un libro sul visual design dovrebbe iniziare dall’inventore della stampa e arrivare a Facebook? E in effetti, ripensandoci, che c’entra uno che fa libri con il colore della carne al supermercato? La storia della riproduzione, della copia, la storia di come vediamo e di com’è abituato il nostro sguardo è anche la storia del chi-vuole-che vediamo certe cose, siano succulente carni rosse o simboli incrollabili del potere. Il Times New Roman è la derivazione della derivazione della derivazione delle lettere scolpite sulla colonna di Traiano e su innumerevoli altre colonne, secondo un modo di fare le lettere che è regolamentato e riconoscibile: questo è il carattere dell’impero, qui è Roma, qui è il potere. Quando dallo scalpello si passa alla stampa, alla regola si sostituisce il progetto (in inglese: design). Coca-cola commissionò una bottiglietta che dovesse essere riconoscibile anche in frantumi; come sulle colonne, doveva essere chiaro chi parla.
Il confine tra chi produce e chi consuma è confuso
Così, se siete in vena di fare scoperte o volete liberarvi da molte fissazioni (perché quando entro a Ikea mi pare di stare in una sit-com? perché l’unica cosa che ricordo di True Blood è l’immagine irreale della regina dei vampiri? perché mi sembra sempre di vederli, i personaggi de I promessi sposi?), Critica portatile al visual design fa per voi.
Siccome, se ci state ancora leggendo, siete certamente in vena di fare scoperte e probabilmente intrattenete un qualche rapporto oggettivante con le vostre fissazioni, noi battitoriliberi, insieme al Lux, abbiamo pensato che Falcinelli potevamo anche portarvelo a Pisa, col supporto del Comune, e difatti verrà il prossimo giovedì 19 febbraio, alle 18:30, appunto al Teatro Lux, a discutere con Silvia Bencivelli, giornalista scientifica, di design e percezione.
Ah, e poi ci sono anche un sacco di figure.
Bonus tracks
1. La chiarezza di Riccardo Falcinelli: La benzina della creatività non è il talento ma la conoscenza
2. Tecnica ed estetica di una copertina: colori equiluminosi per Kurt Vonnegut
3. La copertina per Italia De Profundis di G. Genna