MENU

Se la regola vince sulla persona, Giuliana Musso in “La fabbrica dei preti”

musso

In scena sabato a Cascina un monologo che racconta la storia di tre preti, le loro frustrazioni, la ricerca e la scoperta di una personale forma di felicità umana


Parte dalle parole scritte di un prete friulano, Don Pier Antonio Bellina, per raccontare la vita di persone che si sono formate nei seminari degli anni antecedenti al concilio Vaticano II. Giuliana Musso, in scena sabato 21 febbraio a La Città del Teatro di Cascina con la Fabbrica dei preti racconta, come ha spiegato in numerose interviste, gli “anni in cui la regola vince sulla persona”, e il tentativo di queste persone di ricostruirsi un’identità dopo una formazione che mortificava il corpo e l’affettività.

Dopo la trilogia costituita da Nati in casa, Sex Machine e Tanti saluti (che affrontano i temi della nascita, della sessualità e della morte), la ricerca di Giuliana Musso si è concentrata su un altro tema: quello di un sistema dominatore e delle forme di organizzazione istituzionalizzata della vita che per l’autrice e attrice rappresentano una forma di oppressione per la persona.

La fabriche dai predis di Don Bellina è il punto di partenza per indagare e riflettere su come il seminario, forma di vita istituzionalizzata, crei una separazione fra la dimensione della fede e la necessità di un rapporto affettivo e sentimentale.
In scena Giuliana Musso porta con il suo monologo tre storie, di tre diversi preti che diversamente ricordano gli anni del seminario, e che diversamente nel corso della vita hanno risposto a questa scissione imposta dall’esterno.

Tre le forme di racconto che La Fabbrica dei Preti intreccia: un reportage della vita nei seminari tratta da La fabriche dai predis, la proiezione di tre album fotografici e la testimonianza dei tre personaggi, un timido ex-prete, un ironico prete anticlericale e un prete poeta\operaio.

I tre personaggi interpretati da Giuliana Musso sono uomini anziani che si raccontano con franchezza: la giovinezza in un seminario, i tabù, le regole, le gerarchie, e poi l’impatto col mondo e con l’universo delle donne. Le frustrazioni e la ricerca e la scoperta di una personale forma di felicità umana.
Lo sfondo di ogni racconto è quella cultura cattolica che ha generato il nostro senso etico e morale. E con esso tutte le contraddizioni e le rigidità che avvertiamo nei nostri atteggiamenti, nei modelli di ruolo e di genere, nei comportamenti affettivi e sessuali.
Lo spettacolo racconta così la storia di questi ex-seminaristi e la nostra: mentre ridiamo di loro e ci commuoviamo per loro, facciamo lo stesso anche per noi.

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 18 febbraio 2015

Argomenti: Cultura, La Piana, Teatro

Visto da: 752 persone

, , ,

Post relativi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.