Oggi la firma ufficiale per l’accettazione delle deleghe che lo farà decadere da segretario cittadino del PD. Continuità con il lavoro dei predecessori e un occhio di riguardo per il Parco di Cisanello e le politiche di decentramento
“Non credo si debba essere autori teatrali per affrontare l’incarico di assessore alla cultura”. Così Andrea Ferrante risponde a coloro che in questi giorni osservavano che il neo assessore non possiede un curriculum coerente con la delega ala cultura.
“Devo imparare, certamente, ma credo di avere la sensibilità per affrontare questo ruolo. Ascolterò gli operatori, le associazioni e i soggetti coinvolti nell’operato del mio assessorato” assicura.
Nessun cambio di rotta rispetto al lavoro dei suoi predecessori, ma certo ci sono questioni che dal suo punto di vista rappresentano un punto importante su cui concentrarsi. Fra le deleghe che gli sono assegnate ci tiene a ricordare quella al decentramento, “che ritengo molto importante, per questo credo sia necessario rafforzare il rapporto e il lavoro con i Consigli territoriali di partecipazione”.
Un altro obbiettivo è poi quello di andare avanti con il percorso partecipativo per la realizzazione del parco di Cisanello.
Sul piatto dell’assessorato che è stato assegnato a Andrea Ferrante non mancano le questioni scottanti e i nodi da sciogliere. Basti pensare sul fronte del commercio a quella dei venditori ambulanti di piazza dei Miracoli o all’annosa querelle sulla limitazione delle aperture dei venditori di kebab e minimarket.
“Studierò tutta la documentazione – dice Ferrante – e ascolterò i soggetti coinvolti, prima di allora non sarebbe credibile alcuna presa di posizione”.
Stesso atteggiamento per quanto riguarda il fronte della cultura: futuro del centro espositivo SMS, cooperazione fra le istituzioni museali, aperture dei monumenti delegate ad associazioni sono solo alcune delle questioni sul piatto. Fra queste anche il futuro del Teatro Rossi, per cui programma di mandato prevede “un’iniziativa volta al completo recupero, anche attraverso fasi di parziale ripristino dell’agibilità e delle condizioni di sicurezza, con proposte della città al MiBAC, discusse fra le istituzioni e i gruppi d’impegno culturale che perseguono direttamente l’obiettivo di un uso dello spazio” e che oggi si scontra con la volontà della soprintendente Paola Raffaella David di non dialogare con quelli che considera “occupanti illegittimi”.
Ma nel futuro da sciogliere anche i nodi dei piani di gestione dei PIUSS, che dovranno conciliare sostenibilità economica e qualità dell’offerta culturale, turistica e commerciale.
Oggi pomeriggio Andrea Ferrante dovrebbe firmare ufficialmente l’accettazione delle deleghe, e da quel momento decadrà per incompatibilità dalla carica di segretario cittadino del PD. “L’orientamento del partito – dice Ferrante – è quello di andare al congresso dopo le elezioni regionali”, fino a quel momento a “reggere” la segreteria cittadina potrebbe essere una struttura plurale sotto l’ala del PD provinciale: che a sua vota potrebbe perdere il suo segretario se si confermerà la candidatura di Francesco Nocchi alle regionali.
Insomma, Ferrante ammette candidamente di saperne, sul suo ruolo, poco o nulla. L’umilté sacchiana-socratica è apprezzabile, ma sarebbe stato ancora più apprezzabile se in quel ruolo ci avessero messo una persona con cognizione di causa, invece di trattare l’assessorato come un esempio del manuale Cencelli versione ebook 2015.
Hei, è il momento dei Ferrante. Non sappiamo chi si nasconde dietro l’autrice di “L’amore molesto” e altro che tanto scalpore sta suscitando in questi giorni per la sua possibile quanto contestata partecipazione al premio Strega. Ai pisani interessa però di più sapere chi si cela dietro il nuovo assessore alla cultura che, ironia della sorte, si fa chiamare anch’egli Ferrante; certamente sappiamo, è lui stesso a confessarlo, che non se ne intende molto di cultura, ma ha detto che studierà. Lui lavora per la società multiregionale Acque S.p.A perciò chi fosse a conoscenza della sua vera identità, mi raccomando . . . . non lo dica . . . ACQUA IN BOCCA.