La relazione del segretario generale Angela Nobile sugli atti del 2014 parla di violazioni e gravi criticità. I consiglieri Ciccio Auletta e Marco Ricci chiedono conto all’amministrazione di quanto sta accadendo
Bocciata su tutta la linea. È uno scenario con molte ombre e poche luci quello disegnato dal segretario generale del Comune di Pisa, Angela Nobile, relativo ai controlli di regolarità amministrativa del 2014. Nobile, a poche settimane dall’uscita per pensionamento, ha redatto la relazione sull’anno appena passato che lascerà in consegna al nuovo segretario generale, Marzia Venturi, già in questo ruolo nel comune di Cascina.
Sui contenuti puntuali della relazione la lista civica Una città in comune – Prc lancia l’allarme, chiedendo conto alla giunta Filippeschi di quanto segnalato e promettendo ulteriori approfondimenti.
La relazione fornisce anche strumenti e indicazioni per le azioni correttive
I contributi. Qui la situazione descritta è ribaltata, o come dice la stessa Nobile, “completamente difforme” rispetto a quanto imporrebbe il regolamento. Infatti, se la regola dice che almeno il 75% dei contributi – per attività, eventi, associazioni, sport ecc. – dovrebbero essere ‘ordinari’, e quindi erogati tramite procedura di evidenza pubblica, questa percentuale nel 2014 risulta invece relativa ai contributi straordinari. Cioè quelli erogati dopo una scelta politica della giunta, senza gara o bando. Anche se i contributi non sono sempre erogati in denaro: possono essere infatti concessioni di locali o stampa di volantini e locandine.
Lavori pubblici. Auletta e Ricci notano come la relazione definisca questo settore come “in assoluto più critico”. I controlli sugli atti di affidamento lavori infatti, inclusi lavori complementari e varianti, sono risultati per il 61,5% negativi e per il 38% positivi con rilievi. Anche in questo caso quindi dai controlli non sono emersi atti totalmente corretti. Le mancanze più diffuse vanno dalla indeterminatezza dell’oggetto, cioè, lavori indicati in modo assolutamente sommario, vago e non determinato, alla violazione dell’obbligo di motivazione come previsto dalla legge, in altre parole: “non è indicato il motivo per cui si adotta l’atto e spesso non si specifica il criterio in base al quale è stato selezionato il contraente”. Inoltre, la relazione punta il dito contro i lavori complementari, che giustificano l’affidamento senza gara, adottati al posto delle varianti in corso d’opera. E anche su queste ultime si sono riscontrati problemi, come le istruttorie carenti e la mancanza di motivazioni sufficienti, perché spesso si fa riferimento a imprevisti, di cui in realtà, “non risulta chiara la loro natura imprevedibile rispetto al momento della redazione del progetto iniziale”, scrive il segretario generale.
I due consiglieri citano poi un ulteriore elemento, sempre relativo all’affidamento di lavori o forniture: quello sulla tendenza sempre più frequente ad adottare provvedimenti di valore poco inferiore ai limiti previsti sia per l’affidamento diretto che per l’assoggettabilità al controllo.
Attività politica e gestionale: separazione incerta.Infine, nel 2014 si è fatta evidente “la violazione del principio di separazione tra attività politica e gestionale”. Il Segretario generale rileva, e i consiglieri lo evidenziano, che “nell’adozione dei provvedimenti aventi contenuto tecnico-gestionale, si tende a fare riferimento alle richieste o al parere favorevole dell’Assessore di riferimento”.
E che ci sia un corto circuito tra attività amministrativa e scelte politiche lo sottolineano chiaramente i due consiglieri: “La macchina amministrativa non è certo facile e nessun comune è perfetto”, dicono, “ma non possiamo non rilevare come gran parte delle criticità siano frutti di scelte politiche, come quelle relative alla struttura dell’ente, al carico di lavoro degli uffici e alla mancanza di una reale programmazione, specie per i lavori pubblici”.