2.100 kg di generi alimentari distribuiti a 275 famiglie. Numeri dice Emanuele Morelli, direttore della Caritas Diocesana “che danno un’idea delle dimensioni che la povertà rischia di raggiungere”
Oltre duemila chili di generi alimentari, 275 famiglie per un totale di 780 persone sostenute. Questi i numeri del primo anno di attività della Cittadella della Solidarietà, l’emporio per famiglie indigenti o in difficoltà economiche voluto dalla Chiesa pisana e gestito dalla Caritas.
“Questi dati nella loro aridità – commenta don Emanuele Morelli, direttore della Caritas Diocesana – danno un’idea delle dimensioni che la povertà rischia di raggiungere anche in contesti apparentemente meno gravati da marcati processi d’impoverimento come quello pisano”. Una situazione dunque, “tutt’altro che gratificante, anche se fortunatamente la struttura è riuscita a sopportare una mole così significativa di lavoro”.
Al “supermercato della solidarietà” si accede solo previo colloquio con il Centro d’Ascolto di via delle Sette Volte durante il quale è stabilito anche il punteggio mensile da caricare sulla tessera d’accesso, che tiene conto sia del reddito Isee della famiglia che delle sue dimensioni.
“C’è un gruppo di lavoro che decide quali persone indirizzare verso il nostro servizio e per quanto tempo. Un’azione – spiega don Morelli – che da un lato ci permette di avere un relazione non superficiale e costante con la famiglia, e dall’altro consente d’introdurre criteri di equità nell’utilizzo del servizio”. Una volta ottenuta la tessera si può accedere alla struttura che si trova nei locali della parrocchia di San Ranieri al Cep e che è aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 14.30 alle 17.
Le famiglie d’origine straniera che si avvalgono del servizio rappresentano il 56% del totale; sono soprattutto di origine albanese, marocchina e macedone, tutte residenti da tempo sul territorio comunale. “Quella di vivere stabilmente nell’area pisana – prosegue il sacerdote – è una caratteristica comune a tutti i nuclei che seguiamo”. Come il fatto di avere un reddito Isee annuo inferiore ai 5.700 euro e una diffusa condizione di disoccupazione: nella stragrande maggioranza delle famiglie aiutate tutti i componenti sono senza lavoro.
I prodotti. Si può trovare quasi di tutto sugli scaffali della “Cittadella della Solidarietà”, ma sono dieci gli alimenti che proprio non possono mancare: olio, farina, riso, pelati, zucchero, biscotti, pasta, legumi, latte e carne o pesce in scatola. “Prodotti basilari per l’alimentazione di ciascuno di noi che, se non vengono reperiti attraverso raccolte o donazioni, devono necessariamente essere acquistati”, racconta don Morelli.
Quelli della cittadella della Solidarietà sono numeri molto simili a quelli di un qualsiasi negozio di quartiere di generi alimentari. In media, in un mese alla struttura del Cep vengono distribuiti quasi 290 chili di farina, fra i 180 e i 200 di zucchero, circa 190 di riso e 320 di pasta. A cui si aggiungono 240 litri di olio d’oliva e 180 di olio di semi, 70 di latte, 600 “pezzi” da 400 grammi ciascuno di pelati, altrettanti di legumi e di tonno e 160 pacchi di biscotti. In tutto 2.100 chili di generi alimentari di prima necessità distribuiti ogni mese.
Caritas e aeroporto hanno stretto un accordo per recuperare i prodotti che i passeggieri devono abbandonare all’imbarco
A questi si sommano poi i prodotti per l’igiene, quasi tutti provenienti dall’aeroporto con cui la Caritas ha stretto un accordo per il recupero delle merci che i passeggeri sono costretti ad abbandonare all’imbarco perché non possono essere trasportati a bordo. “In primavera e in estate andiamo due volte al giorno perché siamo nel pieno della stagione turistica e i prodotti abbandonati sono davvero molti” dice don Morelli.
Altri vengono messi a disposizione da soggetti privati e pubblici che sostengono la struttura in vario a modo. A cominciare da quei supermercati che consentono a volontari e operatori di coinvolgere i clienti in raccolte alimentari periodiche.
Un luogo di formazione. Più di 250 ragazzi e oltre 100 adulti, fra genitori e animatori, sono stati coinvolti in questi 12 mesi nelle attività della “Cittadella della Solidarietà”. Giovani che hanno avuto modo di approfondire la conoscenza della struttura del Cep, talvolta tappe conclusive o intermedie di percorsi di formazione promossi dalla Caritas diocesana nelle singole parrocchie della durata di mezza giornata o (più raramente) veri e propri itinerari di formazione e servizio della durata di tre giorni.
I sostenitori. Per la maggioranza sono coloro coinvolti nel recupero merci, ma ci sono coloro che si sono impegnati ad assicurare un sostegno economico diretto. A oggi sono 21 i sostenitori della “Cittadella della Solidarietà”: associazioni, realtà del terzo settore e istituzioni pubbliche ma anche tante aziende e soggetti privati. Fra coloro che assicurano un finanziamento diretto il Lions Club Pisa, la Fondazione “Il cuore si scioglie” di Unicoop Firenze, la Compagnia di San Ranieri e la Società della Salute della Zona Pisana ed il Rotary Club di Pisa. Supporto tramite recupero merce, invece, è assicurato da Agea (l’agenzia agricola europea che gestisce le eccedenze alimentari da destinare agli indigenti), Banco Alimentare (anch’esso impegnata nel recupero e redistribuzione di generi alimentari), i magazzini Unicoop Firenze, Carrefour e Metro di Pisa, l’aeroporto “Galilei”, la Crastan di Pontedera (storico marchio nella produzione di caffè e surrogati), l’Azienda regionale per il diritto allo studio di Pisa (recupero del cibo avanzato alle mense universitarie delle vie Cammeo e Martiri), “I volontari di quartiere” del Progetto Homeless (eccedenze delle verdure prodotte nel loro orto sociale), la Fattoria “Le Prata” di San Martino Ulmiano, l’azienda agricola “Ti coltivo”, il “Molino Rossi” di Molina di Quosa, la macelleria di carni pregiate “Bernardini Gastone”. Quando ne hanno avuto l’opportunità, hanno garantito il loro contributo anche Guardia di Finanza e Polizia Municipale del Comune di Pisa.