Lunedì 13 e martedì 14 aprile si inaugura la collaborazione con il Florence Korea Film Fest, che porterà all’Arsenale alcuni interessanti titoli di una delle cinematografie più attive ed originali del panorama mondiale, il nuovo cinema coreano
Il Cinema Coreano approda al Cineclub Arsenale direttamente dal Florence Korea Film Fest. Si inaugura così una nuova collaborazione, dopo quella con il Lucca Film Festival, che porterà all’Arsenale alcuni interessanti titoli del nuovo cinema coreano, una delle cinematografie più attive ed originali del panorama mondiale.
Il Florence Korea Film Fest, svoltosi a Firenze nel mese di marzo, è organizzato dal 2003 dall’Associazione Culturale Taegukgi – Toscana Korea Association. Obiettivo del Festival, oltre alla cooperazione culturale ed istituzionale tra l’Italia e la Corea, è la promozione del seducente universo culturale coreano attraverso la lente d’ingrandimento del grande schermo, delle esposizioni d’arte e dei convegni.
Lunedi 13 e martedi 14 aprile in programma dunque nelle sale dell’Arsenale A Hard Day di Kim Seong¡Hun, un action-thriller proveniente da una cinematografia come quella sudcoreana, che in tempi recenti al genere ha donato opere immortali. Plauso della critica in ognuno dei molti festival da cui ha transitato.
Mother di Bong Joon¡Ho, un ragazzo con problemi mentali viene accusato del brutale omicidio di una ragazza, la madre si rifiuta di accettare questa verità e si impegna da sola nell’impresa di scoprire il vero colpevole e scagionare così il figlio, mentre si dipana la vera indagine, quella dell’uso atroce del sesso e degli istinti primari che tuttora perdurano nel cuore profondo (e selvaggio) della società coreana.
“Kundo: Age of Rampant di Yoon Jong¡Bin un kimchi western (variante coreana dello spaghetti western) che ha sbancato in Corea del Sud. Un film ricco di citazioni, da Leone a Tarantino, che sottolinea il lato comico e picaresco dello script con musiche ricche di “morriconismi” e vibrati di chitarra.
Portrait of a beauty di Jeon Yun-Su, storia di un grande pittore Shin Yoon-bok, vissuto nella metα del XVIII secolo, artista trasgressivo, espulso dall’Accademia Reale di Pittura per i suoi dipinti considerati troppo erotici. Un melodramma romantico intenso e struggente, non privo di un erotismo a tratti dirompente e di un sottofondo epico per nulla fuori luogo.