Inaugurata ieri l’Officina cosentirà il raggiungimento di standar europei e un nuovo sistema di distribuzione degli emoderivati. A regime prevede la realizzazione di tre strutture, una per ciascuna area vasta
È la prima Officina trasfusionale toscana quella dell’Area vasta nord ovest che è stata inaugurata ieri a Pisa e realizzata con un investimento di circa 6-700 mila euro. Due gli obbiettivi dell’officina: il laboratorio potrà garantire il raggiungimento di standard europei nella produzione degli emocomponenti e del plasma da conferire all’industria per la preparazione di emoderivati. Inoltre, l’assetto raggiunto consentirà di sviluppare un nuovo sistema di distribuzione delle unità di emoderivati ai servizi trasfusionali degli ospedali, basato su una “emoteca informatica” visibile da tutti i servizi, al fine di prevenire le criticità delle scorte, favorendo la disponibilità equilibrata di sacche dei diversi gruppi sanguigni.
A regime l’ Officina trasfusionale, che ha avviato l’attività alla fine del 2014, prevede a regime la realizzazione di tre strutture, una per ciascuna area vasta. Dopo una fase di test, durante la quale la nuova struttura ha acquisito dai servizi trasfusionali dell’area vasta tutti gli esami d’immunoematologia per la validazione delle unità di sangue, è iniziata la lavorazione delle sacche prelevate dal servizio trasfusionale dell’Aoup, aggiungendo progressivamente le Aziende Usl di Pisa, Versilia, Massa, Lucca, Livorno.
La struttura è realizzata su una superficie di circa 1000 metri quadrati, completamente ristrutturata ed organizzata in ambienti dedicati alle varie fasi della lavorazione, secondo la sequenza dei flussi di lavoro, in maniera da effettuare un efficace clinical risk management.
Gli standard di servizio e le modalità operative sono stati definiti da un comitato tecnico a cui hanno partecipato i direttori dei servizi trasfusionali dell’area vasta, supportati dalle direzioni sanitarie, del Centro regionale sangue, dei servizi informativi dell’Estar.
Presente all’inaugurazione l’assessore regionale alla salute Luigi Marroni: “Questa struttura fa parte del progetto di razionalizzazione di tutto il sistema toscano dei servizi, con la famosa delibera 1235, che ha portato anche alla legge attuale di riforma della sanità toscana. Ebbene, in quel progetto di razionalizzazione complessiva c’era anche la riorganizzazione della filiera del sangue, non tanto il sistema di raccolta, che invece funziona molto bene grazie alle associazioni dei donatori ma soprattutto la parte relativa alla lavorazione degli emoderivati. Oggi lavorare il sangue è un processo sempre più complesso, e soprattutto regolamentato. Da qui la decisione di fare, da circa 27 “centraline”, 3 grandi centrali. Per questo oggi è molto importante aver realizzato qui la prima delle 3 officine trasfusionali di area vasta della Toscana”.