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Terreni regolarmente acquistati e confiscati dal Comune, i rom di Putignano: “Vogliamo vivere in pace”

rom

Hanno installato alcune case mobili su terreni agricoli comprati a Putignano, adesso dovranno lasciarli per l’ordinanza di Palazzo Gambacorti. Africa Insieme: “a Pisa la questione della legalità viene sempre trattata con il sistema dei due pesi e delle due misure”


“Non chiediamo nulla al Sindaco ed al Comune, devono solo lasciarci in pace perché non diamo fastidio a nessuno”. Gli Ahmetovic e i Mehmedov, due famiglie rom che da diversi anni abitano a Putignano su terreni acquistati regolarmente, denunciano pubblicamente la situazione che si è venuta a creare con l’ordinanza comunale che confisca la proprietà e li obbliga a spostarsi. Per raccontare la loro versione dei fatti hanno convocato una conferenza stampa di fronte a Palazzo Gambacorti insieme all’associazione Africa Insieme e ad alcuni abitanti di Putignano, gli stessi che qualche mese fa hanno promosso una raccolta di firme per chiedere la fine degli sgomberi.

“Sono nato in Italia da genitori bosniaci, ho vissuto a Torino e abito a Pisa da quando ho 10 anni” spiega Gianni Ahmetovic, 44 anni e 9 figli, 17 anni la più grande e un mese appena la più piccola. “Abbiamo abitato al campo di Coltano dal 1999, quando era ancora abusivo, poi con il censimento abbiamo ottenuto le baracche e siamo rimasti 7-8 anni all’interno di Città sottili (il progetto che puntava al superamento dei campi rom, ndr)” continua Gianni, “mio padre però ha scelto di separarsi dal resto della comunità rom ed ha preferito uscire dal campo. Ci siamo trasferiti alla Tabaccaia di Ospedaletto, quando il Comune ha deciso di venderla ci siamo spostati a Montacchiello, ma siamo stati allontanati anche da lì. Dopo un periodo trascorso a Navacchio, con le roulotte parcheggiate in un terreno messo a disposizione di un parente, nel 2012 ho utilizzato i soldi che l’assicurazione ci ha versato in seguito alla morte di mio padre per acquistare un pezzo di terra a Putignano, in via dei Vignoli, che ho pagato circa 45mila euro e dove ho sistemato le case mobili”.

Nemmeno qui la famiglia Ahmetovic ha trovato pace, visto che qualche mese fa l’amministrazione ha intimato di rimuovere le strutture in ottemperanza al regolamento comunale che prevede un uso agricolo del terreno di proprietà della famiglia di origini rom. A far scattare l’ordinanza sarebbe l’utilizzo della ghiaia, sparsa sulla terra per evitare la formazione del fango. “Non ci siamo mai preoccupati di modificare la destinazione d’uso” racconta Gianni, “e abbiamo sbagliato, ma abbiamo bagni chimici e docce biologiche, non inquiniamo e non abbiamo costruito strutture fisse”. In possesso di un terreno regolarmente acquistato e senza una valida alternativa a disposizione, gli Ahmetovic sono rimasti a Putignano. A inizio 2015 Palazzo Gambacorti ha rilanciato e trasformato l’ordinanza in un provvedimento di confisca. “Aspettiamo che la Polizia Municipale ci venga a sgomberare, i miei figli hanno paura e io non so cosa potrò fare per loro” dice il capofamiglia, “non posso andare sotto a un ponte con il rischio di mettere la vita dei bambini a repentaglio, non voglio nemmeno che li portino in una casa famiglia come ci hanno proposto gli assistenti sociali, li ho cresciuti io e voglio continuare a farlo”.

Gianni, che fa il ferrivecchi appoggiandosi alla partita IVA del fratello, specifica che non chiede aiuti economici o un lavoro al Comune, “voglio semplicemente poter continuare a vivere con la mia famiglia, sul terreno acquistato con i soldi per i quali mio padre ha dato la vita”.

Anche la situazione della famiglia Mehmedov è simile a quella degli Ahmetovic. Arrivati a Pisa dalla Macedonia nel 1997 sono passati dal campo di Tombolo a quello di Coltano, poi qualche anno in una casa in affitto a Putignano, la perdita del lavoro e l’impossibilità di pagare il canone e la strada con figli e padre disabile. “Io e mio fratello siamo riusciti a trovare un altro lavoro” racconta Neat, “con qualche risparmio abbiamo comprato un terreno a Putignano per poter vivere dignitosamente”. Anche i Mehmedov hanno sistemato le case mobili sul terreno ad uso agricolo e anche per loro è arrivata l’ordinanza di ripristino prima e di confisca e sgombero in seguito. Nemmeno per loro al momento è possibile ipotizzare una soluzione alternativa.

“I bambini di queste famiglie frequentano regolarmente la scuola e sono nella stessa classe dei miei figli” afferma Rachele Tagliamonte, residente a Putignano e vicina di casa dei rom, promotrice insieme ad altri putignanesi di una raccolta firme. “Se verranno allontanati non potranno più farlo e magari saranno denunciati per inadempimento scolastico, è una situazione allucinante”.

Quello che lancia Africa Insieme per bocca di Sergio Bontempelli è un messaggio chiaro: “Non vogliamo ascoltare dal sindaco Filippeschi l’ennesima tiritera sulla legalità. Nessuno chiede di non applicare la legge, solo di applicarle tutte. Se è vietato insediarsi con strutture abitative su un terreno agricolo, lo è altrettanto sgomberare le famiglie senza disporre di soluzioni alternative, e questo a prescindere dalla titolarità dei terreni. Occorre garantire una sistemazione alle famiglie, soprattutto se hanno minori”.

“Ma in questa città la questione della legalità viene sempre trattata con il sistema dei due pesi e delle due misure” prosegue Bontempelli, “chiediamo al sindaco di non far finta di non capire. I rom non riescono a trovare casa in affitto, basta andare in qualsiasi agenzia immobiliare per rendersene conto. Questa è una situazione diffusa a livello nazionale, per questo molti rom che avevano a disposizione piccoli risparmi li hanno investiti nell’acquisto di terreni agricoli. A Pisa però si pensa solo a mandare via queste persone, è il sindaco stesso che ha espresso chiaramente la sua volontà, essendo l’unico primo cittadino italiano che in Consiglio comunale ha votato un ordine del giorno contro la strategia nazionale di inclusione, il documento del governo italiano che chiede atti di inclusione per i rom”.

A questo proposito Bontempelli ha citato gli esempi di Trento, Bologna e Modena, “dove sono state allestite micro-aree di proprietà comunale e già provviste della destinazione d’uso abitativo, assegnate ai rom in affitto così da evitare di coinvolgere i privati e quindi bypassare il problema della discriminazione. Interventi che costano molto poco al Comune, al contrario di quanto succede per gli sgomberi”.

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Pubblicato il: 13 aprile 2015

Argomenti: Pisa, Sociale

Visto da: 1772 persone

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2 risposte a: Terreni regolarmente acquistati e confiscati dal Comune, i rom di Putignano: “Vogliamo vivere in pace”

  1. avatar Ilcanedigesso scrive:

    Mi sembra che i rom abbiano gli stessi problemi degli italiani poveri: nessuno gli affitta una casa o gli concede un mutuo. Africa insieme cosa fa per gli italiani poveri? Possibile che nessuno dei suoi attivisti abbia una seconda casa da affittare a queste famiglie? Perché Bontempelli non si fa garante di una fidejussione per fargli affittare un appartamento? Perché Rachele Tagliamonte non gli dà un lavoro come giardiniere o colf o babysitter? Allora? Fate solo discorsi?

    • avatar Mastaischerzando scrive:

      Se Africa Insieme avrà bisogno di una consulenza tecnica sui progetti ed interventi che può effettuare come associazione penso che lei non abrebbe i requisiti per rispondere a tale consulenza. Lei sta dicendo che il problema di questo caso è un’associazione che (non penso per colpa o poca voglia da parte loro) si occupa di tutelare i diritti di alcune minoranze senza aiutare la maggioranza.Mi scusi eh,ma lei ha mai sentito parlare di sindacati,agcom,inps e quei serivizi che nel pianeta terra sono a disposizione dei cittadini italiani?Stando al suo ragionamento un’associazione come casapound dovrebbe occuparsi tanto dei cittadini italiani quanto di quelli stranieri ma sappiamo entrambi che ogni associazione è libera di scegliere che progetti sostenere senza dover diventare un servizio pubblico.

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