L’obiettivo è la raccolta di almeno 2500 firme, per giovedì l’ipotesi di una diretta con la presenza in studio del sottosegretario all’Istruzione Faraone
Genitori e insegnanti del Buonarroti proseguono la loro battaglia per una nuova scuola, dopo il clamore suscitato dal crollo del lucernario del 17 marzo scorso. Martedì 14 nel liceo di via Enrico Betti si è svolto un Consiglio di istituto aperto dal quale è stata confermata la volontà di costituire un comitato con l’obiettivo di promuovere la necessità di radere al suolo il complesso Marchesi e costruire una struttura nuova. Il comitato, non ancora formalmente costituito, comincerà a lavorare dalla prossima settimana e punterà innanzitutto a raccogliere almeno 2.500 firme a sostegno della ricostruzione, chiedendo fino a quel momento garanzie per il monitoraggio continuo delle condizioni dell’edificio.
Nel corso del Consiglio di istituto il presidente Gian Battista Liponi ha ventilato l’ipotesi di un incontro con il sottosegretario al Miur Davide Faraone, il quale venerdì 17 sarebbe già in Toscana per altri impegni. Un incontro ancora da confermare e che darebbe l’occasione ai dirigenti del complesso Marchesi di far sentire la loro voce in un momento favorevole almeno dal punto di vista mediatico. Per questo la preside del Buonarroti Mariangela Chiapparelli spera nella presenza delle telecamere di Rai 1, dopo che la redazione di un programma mattutino l’ha contattata per una diretta da 10 minuti con il sottosegretario Faraone in studio. “Aspetto la conferma” dice Chiapparelli, “per noi potrebbe essere un’occasione molto importante per avere un po’ di visibilità”.
Intanto proseguono i lavori decisi dopo il crollo del solaio in vetro. Nel corso delle vacanze pasquali gli interventi per contrastare le infiltrazioni d’acqua, ancora in corso quelli per la verifica degli infissi e per la sostituzione del solaio. Di “pozzo senza fondo” ha parlato il presidente del Consiglio di istituto nel corso dell’assemblea di ieri, riferendosi alla continua necessità di lavori di manutenzione: supererebbero di molto i 15 milioni di euro i soldi spesi nel corso degli anni (la costruzione del Marchesi risale al 1975), cifra necessaria, secondo Liponi, “per realizzare una struttura moderna che ci farebbe risparmiare”.