Oggi nelle piazze di oltre 300 città in Italia e in tutto il mondo la mobilitazione per chiedere di bloccare il trattato che gli Stati Uniti stanno discutendo con l’Unione Europea. A Pisa il flash mob di Greenpeace e del Comitato Stop TTIP
Cittadini e movimenti della società civile sono scesi oggi nelle piazze di oltre 300 città in Italia e in tutto il mondo, per chiedere di fermare i trattati di libero scambio con uno slogan comune: “Le persone e il pianeta prima dei profitti”.
Anche Pisa ha partecipato alla mobilitazione STOP TTIP: il gruppo locale di Greenpeace insieme al Comitato Stop TTIP, hanno dato vita al flash mob “Smascheriamo il Trattato Fantasma” in piazza Garibaldi.
Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), che gli Stati Uniti stanno discutendo in sostanziale segreto con l’Unione Europea, è un accordo che prevede l’abbattimento di tutte le barriere non tariffarie al commercio, vale a dire le normative e i regolamenti a protezione di beni comuni e servizi pubblici. L’approvazione del TTIP costituirebbe l’architrave di un cambio di sistema economico con forti rischi per la sostenibilità sociale e ambientale, già in pericolosa deriva. Per questo oltre 200 organizzazioni nazionali hanno aderito alla Campagna Stop TTIP Italia.
Greenpeace propone di scrivere ai parlamentari europei per chiedere loro di bloccare subito il TTIP. L’intenzione di Stati Uniti e UE è di convergere su una bozza di accordo entro quest’anno, ma la forza dell’opposizione sociale e la richiesta di maggiore trasparenza stanno già rallentando il processo. Una parte del Parlamento Europeo si è detta contraria a un’armonizzazione delle normative comunitarie con quelle degli Stati Uniti, perché i pericoli sono troppo elevati e il processo rischia di essere irreversibile.
“Nel momento in cui si inaugura un’esposizione universale che dovrebbe avere al centro il tema dell’alimentazione e della sicurezza alimentare, discutere dell’adozione del TTIP è un controsenso. Inutile celebrare la qualità del ‘made in Italy’ se poi rischiamo di aprire le porte ai prodotti dell’agricoltura industriale americana e di mettere in ginocchio agricoltura sostenibile e piccoli coltivatori in Italia e in tutta l’Europa” commenta Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. “Sono a rischio anche le norme europee sugli OGM, sull’uso di pesticidi e sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Si rischia una vera e propria marcia indietro”.
Preoccupazione anche sul fronte energetico: gli standard previsti dalla normativa europea nel settore energetico sono di intralcio al libero mercato. Ad esempio, potrebbero essere abbattuti i limiti sulle tecniche di fracking e facilitata l’importazione in Europa di petrolio da sabbie bituminose. Negli Stati Uniti il principio di precauzione non vale, le sostanze chimiche sono considerate sicure fino a prova contraria, esattamente l’opposto di quanto accade in Europa. I nostri standard potrebbero essere fortemente indeboliti.
Il problema non è il Trattato TTIP, ci sono molti Trattati ed accordi come questo già in vigore o in approvazione: anche se riusciamo ad impedire la sottoscrizione di questo singolo regolamento non potremo fermare tutti gli altri. La soluzione è imporre poche ma semplici regole nell’atto costitutivo degli organismi Internazionali che fanno questi trattati, come il WTO. Regole e principi tanto semplici quanto logici: primo tra tutti che l’attività dell’organismo internazionale è volta al benessere generale dell’Umanità. Questo impedirebbe e/o potrtebbe portare all’annullamento di tutti i Trattati in contrasto con questo principio fondante. Infatti sfugge all’attenzione che questi organismi sono creati per favorire il commercio ed il profitto e quindi fanno proprio bene il loro lavoro. Leggendo gli Statuti Costitutivi di queste organizzazioni sovranazionali si capisce che esse sono indispensabili per eliminare differenze e barriere che inevitabilmente devono essere abbattute in un mondo del prossimo futuro, senza confini, guerre e barriere, dove non saremo più cittadini Italiani ma cittadini del mondo. Prendiamone coscienza e facciamoglielo notare. Con forza.