L’odore pungente di resina, gelsomini e asfalto caldo. Il tempo scorre più lentamente e l’aria tiepida
Sarà capitato anche a voi, di alzarvi la mattina come se steste fluttuando in un enorme déja vu.
Di aprire la finestra e venire schiaffeggiati da un odore pungente di resina, gelsomini e asfalto caldo.
Di uscire e finalmente respirare l’aria tiepida, il viso alto verso il sole.
Di vedere il tempo scorrere un po’ più lentamente rispetto a prima, con la stessa impercettibile differenza che c’è tra la sabbia e la rena.
Di sorprendervi a guardare il cielo finché non diventa color pesca, poi rosa, poi sempre più scuro.
Di scoprirvi a indossare le mani con più garbo, ché finalmente le potete mettere in mostra senza screpolature.
Di aver voglia di camminare fino a sentire il vento che gira e da caldo si fa umido, ancora incerto tra la notte e il giorno.
Di guardare i fiori come a farli partecipi della nuova serena lentezza che si spande nel flusso sanguigno come metallo caldo.
Di assaggiare il sapore dell’erba appena tagliata che entra nel naso insieme ad altri infiniti miscugli di campi concimati, terra rivoltata, bucato appena steso e gomme di bicicletta.
Di apprezzare sulla pelle il tessuto leggero del cotone.
Di sentire le braccia bollenti e fresche di ombra.
Di passeggiare storditi tra sensazioni contrastanti di torpore e vitalità.
Sarà capitato anche a voi, di svegliarvi un giorno e rendervi conto che è davvero primavera.
Alessia Terrusi