A presentare un’interrogazione al Ministro dei beni culturali Dario Franceschini la deputata toscana di Sel Marisa Nicchi che si fa portavoce del timore espresso con l’appello contro il prestito
Arriva in Parlamento il prestito del San Paolo di Masaccio e delle sculture di Nicola e Giovanni Pisano all’Expo di Milano. A presentare un’interrogazione al Ministro dei beni culturali Dario Franceschini la deputata toscana di SEL Marisa Nicchi.
L’atto ispettivo, citando l’appello promosso dallo storico dell’arte Cristiano Giometti firmato da storici dell’arte, docenti universitari e direttori dei musei, ripercorre la vicenda: “Nel giro di pochi giorni – scrive Marisa Nicchi – si è assistito alla rettifica del diniego: evidentemente le ragioni della tutela non sono più sufficienti ad arginare pressioni esercitate dall’alto”.
A partire dalle ragioni avanzate dall’appello, “di opportunità (la tavola di Masaccio è una delle principali opere del San Matteo e perciò considerata inamovibile) e di salvaguardia (le statue non sono mai state concesse in prestito in virtù della loro mole)”, la deputata di SEL chiede “se non ritenga che non si debbano mettere a rischio opere fragili e difficilissime da spostare, straordinarie nel loro contesto e non in mezzo alla distratta frequentazione di turisti alla ricerca di quelle sensazioni eclatanti che l’Expo milanese promette”.
E anche “se, considerato il timore diffuso, non solo riguardo alla movimentazione delle opere, ma anche alla loro sicurezza, sia necessario assicurare in ogni modo la prevenzione e la tutela del patrimonio espresso da tali opere non consentendone lo spostamento”.
A coinvolgere la parlamentare nella vicenda dei prestiti per EXPO Sinistra Ecologia e Libertà di Pisa. Una decisione prese spiega Simonetta Ghezzani “perché la vicenda ha un’importanza nazionale per i valori, o per meglio dire, i disvalori culturali che mette in campo. C’è infatti il rischio di una mercificazione dell’opera d’arte, e siamo preoccupati per la sicurezza delle opere stesse. È importante che il governo risponda sulle motivazioni di questa scelta operata in difformità con il parere espresso un primo momento dalla Sovrintendenza”.