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Il supermercato dell’arte: Nicola Pisano e Masaccio in saldo all’Expo

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Perché portare a Expo opere così importanti? Qual è il piano scientifico e il valore culturale di questa operazione? Ripercorriamo le tappe istituzionali che hanno portato a questo finale già scritto


di Lorenzo Carletti e Cristiano Giometti

02A pensar male si fa peccato… È sempre poco elegante far riferimento a se stessi, ma stavolta lo sforzo d’immaginazione era veramente minimo: pensare che Sgarbi non sarebbe riuscito a razziare, novello Napoleone, i musei della nostra città era davvero ingenuo. Oltre alle otto statue attribuite a Nicola e Giovanni Pisano dal Museo dell’Opera del Duomo (attualmente in ristrutturazione), anche il San Paolo di Masaccio partirà dal Museo nazionale di San Matteo alla volta dell’Expo di Milano.
In questo caso la dipartita suona come una beffa, visto che al museo è appena stato inaugurato il multimediale sul Polittico del Carmine, il cui unico elemento non virtuale è rappresentato proprio dalla piccola tavola a fondo oro. Tutto ciò nel silenzio più assoluto, o viceversa in celebrazioni campanilistiche su alcune testate locali che leggono questa trasmigrazione come un riconoscimento per la città

Poco importa se il San Paolo di Masaccio è stato fuori dal Museo per circa un anno, perché all’esposizione itinerante La Primavera del Rinascimento dapprima a Palazzo Strozzi (23 marzo – 18 agosto 2013) e poi al Louvre (26 settembre 2013 – 6 gennaio 2014). E poco importa se le monumentali figure a mezzo-busto di Nicola e Giovanni Pisano non sono mai uscite prima d’ora dall’Opera del Duomo per motivi conservativi, mentre si potevano benissimo inviare a Milano i calchi in gesso già esistenti.

04Tanto più che i marmi verranno esposti nella chiesa di San Gottardo in Corte assieme a un esemplare realizzato dalla ditta “Robot City, azienda specializzata nella produzione di opere d’arte che attraverso l’utilizzo di innovative tecnologie legate al mondo della robotica, ha potuto realizzare una copia dell’opera La Madonna col Bambino, per dimostrare la perenne continuità tra tradizione e innovazione che sta alla base degli eventi di EXPO 2015″.

Che senso ha tutto questo? E qual è il piano scientifico che, al limite, potrebbe giustificare lo spostamento delle opere? Vale la pena ripercorrere brevemente le tappe istituzionali che hanno portato a questo finale già scritto.
Il 12 marzo scorso la Soprintendenza di Pisa riceve la richiesta ufficiale dei marmi da parte degli organizzatori, con il benestare dell’Opera della Primaziale; Sgarbi parla di opere inedite, che “si trovavano fino a poco tempo fa sul tamburo del Battistero”, quando è ben noto che furono smontate nell’Ottocento.

In ogni caso, il 29 aprile dalla Soprintendenza giunge il diniego di prestito sia per lo stato di conservazione che per l’imponente mole delle statue. Poi, però, l’8 maggio ecco la rettifica da parte della stessa Soprintendenza di Pisa: si concede il prestito per la sede della chiesa milanese per tutta la durata dell’Expo, pur ribadendo le ragioni del primitivo diniego. Ragioni di tutela che non sono state sufficienti ad arginare pressioni evidentemente ineludibili.

Ancor più indicativa è la vicenda relativa alla tavola di Masaccio. Il 21 aprile il Soprintendente Andrea Muzzi e il Direttore del Museo Dario Matteoni, d’accordo con il neonato Polo Museale Regionale della Toscana, scrivevano a Eataly Distribuzione srl e al professor Vittorio Sgarbi per comunicare l’impossibilità di prestare il San Paolo, una delle opere più ammirate del San Matteo e per questo considerata tra quelle inamovibili.

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Dichiarava Matteoni a questo giornale qualche mese fa che la tavola non era destinata a prendere la via dell’Expo: “Non è arrivata nessuna richiesta in proposito. E tra l’altro non ne vedrei l’opportunità strategica dato che il Museo di San Matteo entrerà nel circuito Expo: con biglietto dell’esposizione di Milano si potrà visitare gratuitamente il nostro museo”.

Anche in questo caso si è verificato un dietrofront e la Soprintendenza per il Polo Museale Regionale della Toscana ha deciso di concedere la tavola masaccesca “in via eccezionale” per un mese. Tuttavia Sgarbi ha già fatto capire che cercherà in tutti i modi di prolungare la permanenza per altri quattro mesi, cioè fino alla fine dell’esposizione; ci auguriamo che almeno questo ulteriore capriccio non venga assecondato.

 

06Ma se le statue di Nicola e Giovanni Pisano verranno esposte nella chiesa di San Gottardo – ove Giovanni di Balduccio lasciò la Tomba di Azzone Visconti – dove troverà collocazione il San Paolo di Masaccio? Nella mostra I tesori d’Italia, allestita al primo piano del padiglione Eataly tra ristoranti e bar, assieme a opere di Bartolomeo della Gatta, Lorenzo Lotto, Tanzio da Varallo, Virgilio Guidi e tanti altri, a rappresentare la “biodiversità dell’arte italiana” come recita la pubblicità del sito.

Avendo visitato l’Expo ancor prima che inauguri la mostra il 22 maggio prossimo, si ha la sensazione di trovarsi in un grande autogrill in cui le pareti dei padiglioni sono ricoperte per lo più da schermi con video-istallazioni: tutto è virtuale, spesso lo è persino il cibo, che pure è il tema cui è dedicata la fiera. Tranne che a Eataly, unico non-luogo dove cibo e opere d’arte sono vere.

Ma allora che senso ha tutto questo? Non si potevano proiettare le opere tramite le tecnologie più avanzate che consentono effetti di assoluta fedeltà, se non addirittura di tridimensionalità già garantita dalla ditta Robot City? E perché non sfruttare quest’occasione straordinaria per invitare i visitatori ad addentrarsi nel territorio e ammirare le opere vere nel loro naturale contesto, evitando di metterne a rischio l’integrità se non addirittura la sicurezza?

A queste domande dei soliti storici dell’arte, professorini e gufi, gli organizzatori non rispondono, perché, come recita lo slogan del padiglione Eataly, “the answer is blowing in the wind”.

A noi, invece, piacerebbe lasciare un segno forte di contrarietà di fronte a questa passiva accettazione di tutto quanto viene imposto alle nostre inerti opere d’arte.

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Pubblicato il: 17 maggio 2015

Argomenti: Cultura

Visto da: 3724 persone

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