Dire, guardare, ascoltare. Riflessioni e auguri dal Prof. Adriano Fabris, docente di Etica della Comunicazione all’Università di Pisa, direttore del Master di I e di II livello in Comunicazione Pubblica e Politica e presidente del C.I.Co. (Centro Interdisciplinare di ricerche e di servizi sulla Comunicazione).
È sempre un piacere assistere alla nascita di un nuovo giornale. Di più: è sempre un bene. È un bene perché la nascita di un giornale significa un aumento, anche piccolo, del pluralismo dell’informazione e un maggiore spazio, e maggiori possibilità, per capire, esprimersi, interagire. Tutto ciò comporta, infatti, un incremento della democrazia di un paese.
Se poi, com’è il caso di paginaQ, si tratta di un giornale che ha una particolare vocazione locale, la cosa è ancora migliore. È infatti a livello locale che le notizie devono anzitutto venir diffuse, in maniera trasparente e chiara, per essere condivise e commentate. È a livello locale che la democrazia del nostro paese può soprattutto formarsi e crescere. In special modo oggi. Ed è a livello locale che un giornalismo di qualità può incidere su decisioni e pratiche che riguardano lo spazio comune.
Ci vuole coraggio per fare questo, tanto più con i tempi che corrono. Ma non manca il coraggio ai 4 protagonisti dell’iniziativa: il coraggio di mettere al mondo qualcosa di nuovo in un mondo rischia di trasformarsi sempre di più in una palude, della quale è bene non smuovere le acque.
Già questo, nel panorama attuale, è qualcosa di speciale. Ma ancor più speciale è un’altra idea che frulla per la testa ai fondatori di paginaQ. Dato che si tratta di un giornale online, ci sono indubbi vantaggi per i lettori. Alcuni sono evidenti: gratuità dell’accesso alle notizie e possibilità di riceverle su ogni tipo di dispositivo. Ma un altro vantaggio è in arrivo: la possibilità di sapere che tutto il materiale proposto risponde a criteri preliminarmente dichiarati di controllo delle informazioni e di rispetto di tutti coloro che possono esserne coinvolti.
Per tutto ciò paginaQ vuol prendere un impegno: dire chiaramente, davanti ai suoi fruitori, quello che farà e come lo farà. Vuol fare un patto con i lettori, un patto pubblico, per tutelarli quanto possibile dai problemi che caratterizzano l’uso del web e la comunicazione online. Questo sarà un valore aggiunto del giornale, a tutela di chi si affezionerà al suo progetto. E soprattutto costituirà un ulteriore esperimento: che merita davvero il nostro più sincero in bocca al lupo.
Adriano Fabris