È uno di quei gioielli nascosti al grande pubblico, sempre chiuso e inaccessibile, in una parola dimenticato. A sollevare l’attenzione sulla piccola chiesa di Sant’Antonio in Qualquonia, nel quartiere di Sant’Antonio, la consigliera del Movimento 5 Stelle Valeria Antoni, che ieri vi ha svolto un sopralluogo.
La chiesa, di proprietà comunale, “versa in condizioni disastrose”, denuncia Antoni. “Il Movimento 5 Stelle – scrive – ha più volte denunciato l’incuria in cui versa questo bene storico, e ha presentato una mozione che giace nei meandri del Palazzo e non viene mai discussa, poichè c’è sempre in agguato qualche altra “urgenza””.
“Intanto – aggiunge – la Chiesa versa in condizioni pietose: il tetto aggredito da rampicanti si è smosso e si sono aperte profonde fenditure attraverso le quali l’acqua piovana si riversa sul soffitto ligneo a cassettoni del Seicento, che casca a pezzi marcio e tarlato. Sul pavimento casca di tutto, dalle carcasse dei piccioni a pezzi di soffitto policromo”.
Denuncia poi alcune difficoltà a effettuare lo stesso sopralluogo in qualità di consigliera: “Nonostante le nostre denunce soltanto con grande fatica siamo riusciti a convincere la prima commissione permanente ad effettuare un sopralluogo, trattandosi di opera pubblica, ma incredibilmente non si trovavano le chiavi! Il Comune affida le chiavi a chicchessia e non ne dispone al momento del sopralluogo di una commissione competente. Il Comune che ebbe l’ardire di candidare la città a capitale europea della cultura lascia marcire una chiesa cinquecentesca e non dispone nemmeno delle chiavi”.
La terza commissione consiliare effettuerà un sopralluogo domani alla chiesa, ma nel frattempo Antoni tiene a denunciare le condizioni in cui versa questo patrimonio, “L’opera di denuncia continua, nonostante mi sia stato chiesto di non proseguire. Infatti di fronte all’evidente mancanza di tempo nel salvare un bene della collettività si è innestato pure il balletto delle competenze”, dice riferendosi alla prima e alla terza commissione.