Il 18 Gennaio è stata una giornata importantissima per tutti quei cittadini e cittadine e per tutti quei soggetti del mondo dell’associazionismo e della politica pisana che dalla chiusura del progetto “Emergenza Nord Africa” (28 Febbraio 2013) hanno lottato affinché ai ragazzi rifugiati che alloggiavano nel centro di accoglienza di Via Pietrasantina venisse riconosciuto il diritto all’abitare, a un percorso di inserimento professionale nella nostra città, a un processo reale di integrazione.
Ripetutamente ostacolati dalla mala gestione del centro da parte della Croce Rossa e dalle mancate risposte da parte dell’amministrazione comunale, il 18 Gennaio tutti i ragazzi, che hanno resistito per mesi nonostante il distacco delle utenze di luce e acqua, hanno trovato alloggi a canone agevolato, grazie al lavoro dell’istituzione provinciale Centro Nord-Sud e, soprattutto, di quanti hanno condiviso la battaglia di civiltà rappresentata dalla vicenda di Via Pietrasantina, sapientemente narrata nel documentario autoprodotto “CIA.LI.LA.PI – Il lungo cammino della speranza”.
Il 18 Gennaio è stata una lunga giornata al centro di Via Pietrasantina per i ragazzi, per gli attivisti e le attiviste di “Africa Insieme”, del Progetto Rebeldìa e del Municipio dei Beni Comuni, per tutti gli studenti e le studentesse della facoltà di Scienze per la Pace, una giornata di gioia dove la potenza degli intrecci umani e culturali non si è concretizzata solo nel dibattito del pomeriggio, nella condivisione della cena, ma anche nel cuore della serata, con un’esibizione musicale che ha lasciato tutti a bocca aperta.
Un passo indietro: una settimana prima della festa, quando i ragazzi stavano cominciando la pubblicizzazione dell’evento, una fortunata svista ha prodotto l’incontro tra due ragazzi del centro, Mohamed Saleh (Guybuba), Ibrahim Mohamed (Ibra) e David Guidi, per tutti Lupo, pisano, amante e produttore di musica raggae e hip hop. Il Lupo scambia i due ragazzi per due cantanti che aveva sentito durante una dancehall organizzata in un locale in città, ma nonostante l’errore si informa subito se i due giovani non siano anche loro amanti dell’hip hop, del rap.. e se per caso pure loro non abbiano mai provato a cantare.
Ibra e Guybuba adorano il gangsta rap americano, primo tra tutti Tupak Shakur.
Guybuba mi racconta che prima di arrivare in Italia aveva provato a scrivere qualche canzone, in arabo, ma non aveva mai pensato di poter cantare i suoi pezzi. L’arrivo in Italia e l’intesa con Ibra, anche lui scrittore di brani che spesso mescola con quelli dei suoi rapper preferiti, lo hanno spronato a ricominciare e a provare a farlo anche in italiano.
Due, tre giorni di prove a casa del Lupo e il 18 Gennaio l’esibizione al centro di accoglienza: in un intreccio tra parti in arabo, inglese e una lunga sequenza in italiano, i due ragazzi raccontano la loro storia di migranti che ogni giorno combattono contro il pregiudizio e le angherie altrui, senza dimenticare i cari che hanno perso, provando a imparare la cultura del paese dove ora si trovano, tra fallimenti e successi che ogni giorno li formano sempre di più. Un racconto crudo e reale, con una padronanza della lingua che impressiona e che fa molto riflettere sui molti sbattimenti per prendere un dannato certificato di inglese Cambridge, mentre il Lupo mixa le basi, trova il tempo e lo dona ai ragazzi per i loro versi.
Basta, a voi lettori e lettrici questi due video e il più grande in bocca al lupo a questo laboratorio di musica, di fratellanza, di vita. Fatemelo dire, QUESTA è cultura. YO.
Guybuba e Ibra – Backtoback
Guybuba’s Rap – Rifugiati
Un bel pezzo! Di vita, di musica… E tanto altro.