Nuova maxi operazione antimafia che ha coinvolto anche la provincia di Pisa, oltre a quelle di Caserta, Napoli, Latina, Frosinone, l’Aquila. I Carabinieri del Reparto operativo di Caserta hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni, per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) nei confronti di due indagati, i fratelli Pasquale e Giuseppe Mastrominico, imprenditori ritenuti affiliati alla frazione Iovinedel clan dei Casalesi , già tratti in arresto.
I destinatari dei provvedimenti, nella loro qualità di imprenditori, secondo gli inquirenti partecipavano all’aggiudicazione di appalti pubblici nel settore edile, accordandosi con esponenti affiliati del clan Iovine dai quali ricevevano appoggio per garantirsi l’assegnazione.
L’indagine patrimoniale è frutto di mirati accertamenti che, nel 2011, hanno già portato all’arresto di 12 persone per i reati di concorso in associazione di tipo mafioso, illecita concorrenza con minaccia o violenza, turbativa d’asta, estorsione e condizionamento consultazioni elettorali, con l’aggravante del metodo mafioso.
Il decreto di sequestro preventivo, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è stato notificato anche ad altre 22 persone intestatarie dei beni riconducibili ai due imprenditori, tra cui parenti e amici dei Mastrominico.
Si tratta in totale di 102 terreni agricoli, 20 aree urbane, 78 appartamenti, 13 imprese tra edili e immobiliari, 16 depositi industriali, 2 fabbricati rurali, 84 autorimesse, 25 veicoli, 59 rapporti di carattere bancario. In Provincia di Pisa il sequestro ha riguardato beni localizzati a Castelfranco di Sotto e Vecchiano.
I due indagati, è emerso dalle indagini, nella loro qualità di costruttori hanno partecipato all’aggiudicazione di appalti pubblici nel settore edile, accordandosi con esponenti di vertice del clan guidato dall’ex primula rossa Antonio Iovine detto “o’ ninno” dai quali ricevevano appoggio per garantirsi l’assegnazione.
I due fratelli furono arrestati la prima volta il 15 dicembre del 2011 per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli sugli intrecci tra appalti e camorra nel comune di Villa Literno; in quel blitz finì in manette anche l’ex sindaco della città Enrico Fabozzi, attualmente componente del Consiglio Regionale della Campania, successivamente scarcerato. Pochi giorni fa nei confronti dei due imprenditori è stata emessa un’altra ordinanza per turbativa d’asta con l’aggravante del metodo mafioso in relazione alla gara appalto da 15 milioni per la riqualificazione urbana e ambientale del Comune Villa Literno.