“Qua in inverno si passeggia con gran piacere, perché v’è quasi sempre un’aria di primavera sicché in certe ore del mondo quella contrada è piena di mondo, piena di carrozze di pedoni. Vi si sente parlare dieci o venti lingue, vi brilla un sole bellissimo fra le dorature dei caffè e delle botteghe piene di galanterie, e nelle invetriate dei palazzi e delle case, tutte di bella architettura”.
Così scrisse Giacompo Leopardi, che soggiornò a Pisa dal 9 novembre del 1827 al 7 giugno 1828. Venne a Pisa che era già un poeta “cool”, e qui stette bene, secondo quanto scrisse a parenti e amici nelle ben 48 lettere di quel periodo. Leopardi viveva in una stanza di un appartamento dove risiedeva la famiglia Soderini, in via della Faggiola; lì conobbe Teresa Lucignani, parente dei Soderini che viveva con loro con cui il poeta legò molto. Nel giro di poco tempo strinse molte amicizie, conobbe un sacco di donne e uomini letterati, e venne introdotto nell’Accademia dei Lunatici, un gruppo culturale della “Pisa bene” dell’epoca. Si giovò del clima, delle persone, del cibo, al punto che trovò una sua serenità anche per scrivere nuovi versi. Del suo passaggio a Pisa c’è traccia sul Lungarno Pacinotti, in una targa di fronte al Caffè dell’Ussero, che dice…
Ma la lapide cosa dice?
“L’aspetto di Pisa mi piace assai
più di quel di Firenze
Questo Lung’Arno è uno spettacolo
così ampio, così magnifico
così gaio, così ridente che innamora.
Non ho veduto niente di simile
né a Firenze né a Milano né a Roma.
E veramente non so se in tutta l’Europa
si trovino molte vedute di questa sorta.”
Giacomo Leopardi. Pisa, 12 novembre 1827
Accademia dei Disuniti, ottore 2009