Al via la terza edizione del Pisa Chinese Film Festival – dal 26 febbraio al 1 marzo alla Stazione Leopolda di Pisa – il festival cinematografico che racconta la Cina attraverso la proiezione di film e documentari, e l’incontro con autori e cineasti, organizzato dalla società di produzione Polis in collaborazione con l’Istituto Confucio, il Comune di Pisa e la Stazione di Leopolda di Pisa.
A inaugurare il Pisa Chinese, mercoledì 26 febbraio alle 18.30 alla Stazione Leopolda, una mostra di sculture, pitture e fotografie di studenti cinesi dell’Accademia delle Belle Arti di Carrara curata dalla dott.ssa Elvira Todaro. Mentre alle 21.30 protagonista sarà Christoph Rehange, uno studente di Monaco che ha percorso a piedi la Cina per 5 mila km, che alla Leopolda racconterà il suo viaggio attraverso un reportage fotografico e video.
Fra gli eventi in programma la proiezione di tre documentari che testimoniano le trasformazioni della società cinese (27, 28 e il 1 marzo, ore 19.00, Stazione Leopolda): Acque torbide, una coproduzione franco-cinese, sull’emergenza acqua in Cina; L’occupazione cinese, un percorso tra la cultura pratese e la multicultura; Cine tempestose. I primi ‘liuxuesheng italiani, un’indagine sui perché e i come dei giovani italiani decisero negli ’70 di andare a studiare nella Terra di Mezzo. A presentarli rispettivamente Michael Noll, produttore e autore, Daniela Toccafondi, presidente di Pratofutura e direttore CEDIC presso PIN Scrl Servizi didattici e scientifici per l’Università di Firenze, e Sergio Basso, regista.
Ma il Pisa Chinese non è solo proiezione, ad arricchire la programmazione un seminario dedicato al documentario Chung-Kuo, Cina di Michelangelo Antonioni, introdotto dalla Prof.ssa Sandra Lischi, dal Prof. Mario Pezzella e dal Dott. Danilo Soscia (giovedì alle 16 il primo incontro, venerdì il secondo, al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa). Poco più di 30 giorni, tanto dura il viaggio in Cina di Michelangelo Antonioni e della sua troupe.
Tra maggio e giugno del 1972 il regista ferrarese raggiunge la Repubblica Popolare con il fine dichiarato di percorrere migliaia di chilometri, e visitare così palazzi, fabbriche, campagne, metropoli, la prima ‘sede’ del Partito Comunista Cinese, ospedali. Se la Cina era percepita allora – anche dagli occhi dei cineasti occidentali, come il continente del socialismo realizzato, era necessario raccontarne il volto, raccoglierne un’immagine che fosse al contempo documentazione filmica e molecola iconica di qualcosa che era stato, fino ad allora, altro da sé.
33 postcards di Pauline Chan è il film che verrà proiettato giovedì sera. Il film, non distribuito in Italia e nato da una coproduzione tra Cina e Australia sarà introdotto da Airaldo Piva, amministratore delegato di H.G. Europe e da Giorgio Gosetti e Rossella Mercurio China Project Manager dell’ANICA.
Al Dipartimento di Scienze Politiche venerdì 28 alle 16.30, si terrà la proiezione di Lithium conspiracy, a cui seguirà un confronto con Alessandro Silvestri, produttore cinematografico presso Karma Film, che racconterà le dinamiche della vendita di film italiani in Cina.
Sabato 1 marzo alle 21.30 alla Stazione Leopolda sarà invece la volta del regista Gianni Amelio che introdurrà il suo film del 2006 La stella che non c’è, film interpretato da Sergio Castellitto che ha precorso i tempi affrontando il tema dello sviluppo capitalistico della potenza asiatica con conseguenze sul tessuto economico della società italiana.
La terze edizione del Pisa Chinese Film Festival ospita anche iun convegno dedicato alle impresse che guardano all’estero: “Ciak si gira, regia di ConInternazionalizzazione”. Venerdì 28 febbraio alle 10.30 alla Leopolda saranno affrontati temi e opportunità delle nuove e proficue relazioni economiche tra Italia e Cina.
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