C’era una necessità stringente
di soddisfare i bisogni della gente,
da qui è nata quell’idea:
anche a Pisa apriamo IKEA!
Quella a Firenze all’Osmannoro,
se la tengano un po’ loro.
Per montare un tavolino
devo legger fiorentino?
A Pisa, quei terreni così belli,
tutti sdraiati lungo i Navicelli,
stavan lì, senza pretese:
chi pensava allo svedese?
Dissero: “la faremo a Migliarino”
e il sogno finì dentro al cestino,
ma c’è sempre un bel momento
in cui di colpo cambia il vento.
Giorni e mesi di assemblea,
vicende degne d’epopea,
son bastate le istruzioni
e han montato i capannoni.
Piange l’ultimo Geppetto
nel lucidar un armadietto:
il falegname è ormai globale
nella bottega multinazionale.
Ho sentito di critiche e d’inchieste,
dell’Amazzonia e delle su’ foreste,
e ho letto che il fondatore dell’impero
del suo passato è poco fiero.
Ma io devo arredar la casa
dalle fondamenta alla cimasa,
per pensar non trovo il tempo
lo farò, forse, nottetempo.
Se compri un mobile svedese
non avrai certe sorprese:
leggi bene ciò che è scritto,
vedrai come viene dritto!
Se non piace la poltrona col bracciolo
puoi sempre comprare un tovagliolo,
ne puoi trovare a migliaia e colorati
sempre all’inizio son posizionati.
C’è una sentenza che è una manna
per chi, in casa, ha qualche canna:
la terrò sopra la tivù
la verde pianta di bambù!
Un acquisto è obbligato
se IKEA t’ha accalappiato:
non sai che adrenalina
in una sveglia da cucina!
Se vuoi fare uno spuntino
lascia stare il tramezzino.
Non più pane con cotenna,
senza slitta, c’è la renna.
C’era una necessità stringente
di soddisfare i bisogni della gente:
saremmo stati tutti più imbecilli
in un mondo senza Billy.
Frama
Pisa, 17 febbraio 2014
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