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Emergenza pronto soccorso: container per i senza tetto

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Due container per gestire “l’emergenza”, due operatori sociali – uno al Pronto Soccorso e l’altro ai posti letto – e guardie giurate a impedire l’ingresso a chi non “ha stretta urgenza di assistenza sanitari”. Questa le decisione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è riunito ieri in Prefettura, e che aveva come ordine del giorno la situazione che si è venuta a creare al Pronto Soccorso, dove ogni notte decine di persone senzatetto cercano rifugio nella sala d’attesa. Una situazione sollevata da tempo ma che è stata affrontata solo dopo l’episodio di sabato notte (3 marzo), quando una serie di tensioni è sfociata in una rissa con feriti, sia tra pazienti che infermieri.

Con queste parole il Comitato ha messo per iscritto il principio di partenza che dovrebbe dettare la linea delle azioni future, alcune delle quali sono operative già da ieri sera: “Il Pronto Soccorso dell’Ospedale deve rimanere un ambiente pulito e sicuro, dove chi ha la necessità di cure sanitarie deve potersi recare e sostare in attesa di essere visitato senza paure. E il personale sanitario deve essere messo nelle condizioni di garantire l’assistenza ai pazienti, senza essere condizionato dalla presenza di soggetti esterni alla struttura stessa.”

La Prefettura ripercorre le ultime concitate settimane al Pronto Soccorso: “Negli ultimi giorni erano diventati 28 i senzatetto che utilizzavano come dormitorio notturno quei locali dell’ospedale. Per la soluzione del problema il Prefetto aveva coinvolto l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Pisa, la Società della Salute, le due cooperative sociali interessate (il Cerchio e il Simbolo), l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, l’ASL, l’Istituto di Vigilanza (Corpo Vigili Giurati), la Caritas Diocesana, la Croce Rossa Italiana, la Questura di Pisa, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Municipale”.

“A conclusione di varie consultazioni e valutazioni operative – si legge ancora nel comunicato della Prefettura – fatte anche con operatori sociali nel corso delle riunioni tenute negli ultimi tre giorni, è stato condiviso che tutte le sere il Pronto Soccorso venga presidiato da due operatori dei servizi sociali, da personale sanitario e da guardie particolari giurate, per impedire l’ingresso di soggetti estranei alla struttura non ritenuti bisognosi di assistenza sanitaria”.

“I senzatetto che vogliono entrare per dormire – si legge ancora – dovranno essere indirizzati dall’operatore sociale verso le strutture cittadine appositamente dedicate e/o convenzionate, che forniscono servizi ordinari di accoglienza, fino a completamento dei posti letto disponibili”.

Per l’emergenza e per il tempo strettamente necessario a superare le condizioni critiche di questi giorni, una struttura provvisoria allestita in via di urgenza nei pressi del parcheggio A delle Bocchette dell’ospedale, a circa 600 metri dal Pronto Soccorso”. Struttura appunto composta da due container per 15-20 posti letto, un generatore nel retro e 4 bagni chimici. Si presume che le persone vi arrivino a piedi, dopo essere state indirizzate dall’operatore sociale e i volontari della croce rossa attivi al pronto soccorso.

“Questo intervento di carattere sociale deve essere considerato “straordinario” e come il più rapido per risolvere le attuali criticità ricettive delle altre strutture preposte all’accoglienza dei senza fissa dimora. Nei prossimi giorni la Società della Salute si attiverà per definire, in maniera più organica, le migliori modalità operative per la messa a regime del servizio”, si specifica. “La procedura operativa attivata sarà monitorata, nel corso di una prossima riunione, per valutare insieme punti di forza, criticità ed eventuali esigenze di rimodulazione”.

Anche perché, come fa notare Alessandro Carta, responsabile dell’area mediazione del Progetto Homeless e vicepresidente della cooperativa Il Simbolo, “non sempre le soluzioni proposte corrispondono a quelle che le persone senza fissa dimora vorrebbero. La risposta che ci sarà è un’incognita, ma è comunque una soluzione temporanea”. Sarebbe importante – sottolinea – che non si spostasse il problema sulla sicurezza: è un atteggiamento che conferma la tendenza a considerare le persone vulnerabili come pericolose. Non è così, come non sono pericolosi tutti gli stranieri. Le politiche sociali si trascinano carenze che poi sfociano in situazioni del genere, dove si mescolano nuove e vecchie povertà. E il cercare rifugio nei Pronto Soccorso non è certo un’esclusiva di Pisa. Accade in molte città, e dappertutto si creano le mappe dei luoghi dov’è possibile dormire riparati, soprattutto d’inverno”.

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Pubblicato il: 7 marzo 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa, Politica, Sociale

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