Giovedì verrà votata dal consiglio comunale la variante anticipatrice al Piano Strutturale con la quale si dovrebbe dare l’avvio al progetto per la nuova cittadella aeroportuale. Un intervento urbanistico di grande impatto, che prevede fra le altre cose, la creazione di un nuovo palazzo dei Congressi, su cui già Confalberghi si è espressa in modo contrario. A prendere la parola chiedendo di non chiudere subito la discussione con il voto del consiglio, è il laboratorio politico del PD “A Proposito di Pisa”, che ricorda come sulla variante, tra le altre cose, si sia avviato un percorso anche nel Ctp4, non ancora concluso. Procedere già al voto sulla variante prima della fine di questo passaggio, secondo Federico Russo di “A Proposito di Pisa”, sarebbe un errore. Di seguito il suo intervento
La discussione sulla variante al Piano Strutturale per realizzare la cittadella aeroportuale, incluso un nuovo grande centro congressi, è entrata nel vivo prima con la discussione in prima commissione consiliare e poi con l’inizio del processo partecipativo con il Ctp4.
Siamo convinti che la costruzione di un nuovo palazzo dei congressi possa essere utile per la città, perché in linea con la sua vocazione scientifica e turistica, ma nutriamo molti dubbi sulla localizzazione prescelta e sulla fretta con cui si intende procedere all’adozione della variante. Già in Agosto come associazione avevamo espresso i nostri dubbi sulla variante, che ai nostri occhi presentava almeno due tipi di criticità: le potenziali ricadute su un quartiere che è già sovraccarico di funzioni e il consumo di suolo. Nel frattempo qualche elemento è stato chiarito, ma non tutti i dubbi sono stati fugati.
Il quartiere S. Marco S. Giusto è stato già ampiamente gravato di infrastrutture e di nuovi insediamenti abitativi, per ultimo con la presenza di IKEA al suo confine. È vero che alcune opere di compensazione legate a People Mover (come rotonde, percorsi verdi e piste ciclabili) miglioreranno la vita degli abitanti, ma rimangono inalterate le preoccupazioni per l’inquinamento acustico e quello atmosferico, oltre che per la viabilità. Nell’assemblea di quartiere del 3 marzo, organizzata dal CTP 4, i cittadini hanno espresso molte perplessità, ma anche la volontà di dialogare con l’amministrazione per trovare le migliori soluzioni. Questa possibilità deve essere colta.
Procedere all’adozione della variante dopo appena 10 giorni dalla prima occasione di confronto aperto con i cittadini significa non usare al meglio il loro tesoro di informazioni e conoscenza, e non valorizzare la scommessa, che pure Pisa ha fatto, di puntare sulla partecipazione.
Rimangono poi tutte le nostre perplessità sull’opportunità di impermeabilizzare un ulteriore spicchio di terreno che oggi non è ancora edificato: secondo la variante approvata in giunta, la cittadella aeroportuale dovrebbe sorgere su un terreno che oggi è libero da edificazioni.
L’assicurazione che la costruzione della cittadella potrà avvenire solo dopo la messa in sicurezza idraulica del quartiere, cosa che è da fare in ogni caso, non può bastare. Se è vero che il “polo di servizi di S. Giusto” è stato previsto dal mandato di programma del sindaco (punto 3 degli Obiettivi generali entro cinque anni), nel medesimo programma (sempre al punto 3) si stabilisce l’obiettivo del recupero e del riuso del suolo.
Invitiamo il Sindaco, la Giunta e il Consiglio a cogliere una grande sfida politica: coniugare l’esigenza di trovare nuove vie per lo sviluppo di Pisa con quella di evitare ulteriore consumo di territorio, riqualificando un’area degradata. Il centro congressi di Rimini, indicato spesso come modello, si trova a 5 km dall’aeroporto, 3 km dall’autostrada e 1,5 km alla stazione. Siamo sicuri che a Pisa non ci siano aree da recuperare con
caratteristiche comparabili? Per esempio l’aerea ex-Galazzo, che era già stata offerta a Ikea in quanto vicina a tutte le infrastrutture di comunicazione, People Mover incluso?
Più di tutto, ci preme sottolinearlo, chiediamo che il percorso partecipativo avviato dal CTP possa svolgersi per un tempo congruo prima che la scelta della localizzazione sia definita con l’adozione della variante. Può darsi che le nostre preoccupazioni e quelle degli abitanti del quartiere siano eccessive. Può invece darsi che la variante abbia bisogno di essere essere migliorata. Quello di cui siamo sicuri è che dare il giusto tempo alla partecipazione sia la scelta più giusta.
Federico Russo
Associazione “A Proposito di Pisa”
Per chi ancora non lo avesse capito: il percorso partecipativo fatto al CTP non serve a niente tranne che a dare un’idea di democrazia alle decisioni prese dai poteri forti. A dire tanto può servire come incontro di informazione per i cittadini ma non credo proprio che idee ed esigenze che possone emergere in sede di dibattito riescano a far cambiare idea al Comune. Ci vorrebbe una lotta dura come è stato fatto per il parco di Cisanello, ma purtroppo le elezioni sono lontane…
L’idea di Galazzo sarebbe ottima. Sarebbe anche l’occasione di rimuovere una grande quantità di lastre di amianto e di bonificare il terreno. Quale è il problema? Semplice: il terreno non è proprietà di chi deve fare un ottimo affare.