Una lettera “scritta da un cittadino simpatizzante di Libera a Libera Pisa”, Marco Manca, per chiedere quali motivi hanno spinto l’associazione a ritirare la propria partecipazione all’incontro organizzato dalla lista civica “Una Città in Comune” a febbraio sulle mafie in Toscana, a cui ha partecipato la Fondazione Caponnetto.
Il ritiro della partecipazione di “Libera” dall’incontro del 25 febbraio sulle mafie in Toscana e a Pisa, organizzato da “Una città in comune”, è un’occasione per parlare di che idea di “Libera” abbiamo.
Il comunicato che “Libera Pisa” ha pubblicato rivolto ai simpatizzanti e tesserati non spiegava minimamente i motivi della mancata presenza: “Il modo però in cui l’iniziativa è stata pubblicizzata in questi giorni, con un attacco esplicito all’amministrazione comunale, si presta nostro malgrado ad una lettura che rischia di far interpretare la nostra partecipazione come funzionale alle tesi di una parte, anche al di là di quelle che possono essere le reali intenzioni della parte stessa. È un rischio che come Libera non possiamo e non vogliano accettare”.
Bene, queste motivazione sono vaghe e perciò molto pericolose; che vuol dire attacco esplicito all’amministrazione? I simpatizzanti hanno il dovere di capire quale sia stata l’azione considerata di parte. In sé criticare l’amministrazione comunale non va contro lo statuto di “Libera”, anzi.
Possiamo capire che (forse) sia stato di parte l’atteggiamento di “Una città in comune”, ma non è stato specificato niente e personalmente è inefficace l’antimafia super-moderata, è vigliacco ritirare una partecipazione il giorno stesso dell’evento senza descrivere quale sia stata la goccia che abbia fatto traboccare il vaso, è ipocrita citare Don Ciotti. Lui stesso infatti ha sempre incitato le folle a chiedersi “da che parte stiamo noi? Bisogna domandarci sempre da che parte stare” e Don Ciotti si riferiva in quegli anni all’antiberlusconismo senza se e senza ma (Berlusconi era al governo).
A nome di tanti simpatizzanti di “Libera”, è stato fastidioso il timido tentativo di spiegare con quel debole comunicato la non partecipazione senza specificare le vere cause. Voglio, quindi, ricordare a tutto il coordinamento di “Libera Pisa” e al Presidio, che “Libera” sì è apartitica, apolitica, ma ha il dovere di schierarsi.
Le modalità di liste civiche possono essere incompatibili, ma a quel punto si deve specificare BENE quale sia l’inevitabile incongruenza, altrimenti si deduce che ciò che va contro l’amministrazione sia incompatibile con “Libera”. In Sicilia militare nell’antimafia è già una scelta coraggiosa, in Toscana, terra rossa, chiunque parli di antimafia è solo uno dei tanti. Ogni assessore o sindaco si gloria di opere antimafiose. Forse, però, per stare da una parte qui in Toscana è insufficiente militare e basta nell’antimafia.
Per fare quello scatto e stare effettivamente da una parte è necessario combattere l’antimafia ipocrita e creare antimafia autentica.
Il nostro bersaglio è “penetrato” tra di noi, nessuno sarà mafioso in Toscana, ma tanti sono finti e ipocriti paladini della legalità.
Non afflosciamoci come Libera Pisa, urtiamo pure le amministrazioni locali, è nostro compito.
Marco Manca