Chiudere il portone della Questura per garantire l’attività sul territorio della volante del 113. È questa la drammatica carenza di personale che denuncia la Silp Cigl e il suo segretario provinciale Claudio Meoli.
“Mentre il comparto sicurezza versa in condizioni critiche, a causa dei continui tagli, – scrive Meoli – a Pisa si comincia a vederne i nefasti effetti direttamente sia sulla pelle dei cittadini che degli operatori di polizia. La cronaca di tutti i giorni testimonia come in questa città taluni fenomeni criminali accadano sempre più spesso e ci riferiamo alla recenti rapine in villa, agli accoltellamenti in pieno centro, alla rapina al supermercato, alle chiamate al 113, che a causa della presenza di un unico operatore non ottengono risposta perché impegnato a rispondere a chiamate concomitanti, alle infiltrazioni mafiose che danno luogo a sequestri di attività commerciali”.
Se già da un anno spiega il segretario del Silp la chiusura dell’ufficio di polizia era già avvenuta in presidi come quello di Pontedera e Volterra, certo nessuno avrebbe pensato che questo sarebbe accaduto anche a Pisa.
“A fronte di una maggiore necessità di presenza della polizia, sempre più spesso dalle 20 al mattino successivo si riesce ad impiegare una sola volante sul territorio composta da due soli operatori. – scrive – l’Ufficio Denunce della Questura spesso non riesce neanche a garantire la presenza dell’operatore nelle ore pomeridiane e quindi in caso di necessità l’unica volante 113 deve occuparsi anche del prendere le denunce e quindi abbandonare la vigilanza in città e rientrare in ufficio per rispondere all’esigenza dell’utente. Il personale che opera per strada è logorato sia da un’età media che supera i 45 anni che da una mancanza di prospettive future migliori”.
Di fronte a un organico di circa 300 operatori di polizia in servizio in Questura, si potrebbe destinare almeno ” l’1%, cioè tre agenti, per garantire la seconda volante sul territorio. Il secondo equipaggio garantirebbe la risposta alla richiesta di interventi del cittadino e consentirebbe al personale di polizia di operare in sicurezza”.
“Non comprendiamo neppure – continua – le ragioni per le quali quella decina di poliziotti in più che a ottobre sono stati assegnati a Pisa non siano andati ad incrementare gli organici delle pattuglie 113 ma assegnati a altre mansioni”.
A confermare le triste previsioni sull’argomento “il naufragio dell’istituto del Poliziotto di Quartiere, un pomposo spot e niente più, che anche a Pisa ha, purtroppo, raggiunto la sostanziale inoperatività, con grave danno alla collettività. Infatti il personale impiegato in detto servizio e per questo esclusivamente formato, in realtà viene sistematicamente impiegato in altre mansioni ritenute più necessarie. Tutto ciò a discapito, quindi, di questo delicato servizio di prevenzione su cui il Ministero dell’Interno ha così tanto investito”
A partire “dall’inefficacia su specifici progetti mirati a garantire maggior sicurezza” il Silp Cigli chiede “un reale impegno da parte del Prefetto e del Questore attraverso interventi strutturali urgenti che siano capaci di concretizzare, una volta per tutte, sia gli appelli della cittadinanza in materia di sicurezza che le richieste di quegli operatori di polizia che tutti i giorni sono impegnati in prima linea, ma che attualmente vivono la sensazione di sentirsi veramente abbandonati”.
L’accusa è quella di negare i diritti dei poliziotti, tanto che, spiega Meoli “la stessa dirigenza della Questura di Pisa è stata condannata recentemente per ben due volte dal TAR Toscana, non solo per questioni di diritto ma economiche”.
Chiude con una nota di amarezza Claudio Meoli “purtroppo dobbiamo affrontare attraverso la stampa questioni che vorremo discutere con la massima autorità di polizia, dato che il Questore di Pisa da mesi si sta sottraendo al confronto con questa parte sindacale”.