Ci sono volti e storie dietro la fredda etichetta di start-up. Ci sono gli studi di Architettura e ingegneria, i lavori di costruzione specializzati, le attività di direzione aziendale e consulenza gestionale, c’è chi produce mobili, chi fa ricerca scientifica e sviluppo, prodotti in gomma e materie plastiche, computer o prodotti di elettronica e ottica. Viaggiano spedite infine le imprese che si occupano di software e consulenza informatica.
È lo specchio delle 26 aziende pisane che vengono considerate imprese innovative, considerate ad elevato potenziale di sviluppo e che hanno come oggetto sociale prevalente “lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico”.
Lo comunica la Camera di Commercio, presentando l’analisi condotta dall’Ufficio Studi sui dati InfoCamere relativi alla sezione speciale del Registro delle imprese dedicata alle start-up innovative che, a livello nazionale, conta 1.792 società a poco più di un anno dalla prima registrazione avvenuta a Milano la vigilia di Natale del 2012. “Numeri non elevatissimi se rapportati agli oltre 6milioni le imprese registrate nel nostro paese, ma di assoluto rilievo se si pensa che si tratta di nuove imprese che fanno della tecnologia e dell’innovazione il loro tratto distintivo”, spiegano i ricercatori.
“Per agevolare la nascita e lo sviluppo di imprese ad elevato potenziale di sviluppo – aggiungono – il Decreto “Crescita 2.0” ha attivato una serie di esenzioni ai fini della costituzione ed iscrizione dell’azienda nel Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali, nonché deroghe al diritto societario ed una disciplina particolare nei rapporti di lavoro”.
Quanto ai primi risultati delle iscrizioni al Registro, “davanti a tutti, come era logico attendersi considerando la dimensione del tessuto produttivo, troviamo la Lombardia (355 unità) seguita da Emilia-Romagna (202) e Lazio (187). Sesta, invece, la Toscana con 128 imprese”.
“Pisa – si legge ancora – tra le diverse province, si trova nel gruppetto di testa occupando la quindicesima piazza su 99 a livello nazionale e la seconda in Toscana alle spalle di Firenze che dalla sua ha un numero di imprese 2 volte e mezzo più elevato”. A Pisa, dopo la prima iscrizione risalente al 13 febbraio 2013, sono 26 le società a carattere innovativo, fra quelle costituite da non oltre 48 mesi. La distribuzione per forma giuridica mostra come le neo imprese pisane, non diversamente dai colleghi di altri territori, scelgano la forma della società a responsabilità a limitata (sono 25 SRL e 1 SRL con unico socio).
Ma di cosa si occupano le startup innovative pisane? Prevalentemente di servizi (20 imprese) con le attività legate alla produzione di “software e consulenza informatica” (8 aziende) e “Ricerca scientifica e sviluppo” (6 imprese). E non poteva essere altrimenti considerando che in provincia abbiamo molti centri di eccellenza del sapere come l’Università, la Scuola Sant’Anna, il CNR, importanti centri di incubazione come Pontech o il Polo di Navacchio.
Importante, oltre a quelli definiti dalla legge, anche il supporto offerto dalla Camera di Commercio di Pisa. Sette imprese iscritte nell’apposita sezione del Registro Imprese, infatti, fanno parte del Club delle Imprese Innovative (www.clubimpreseinnovative.it): un organismo istituito nel 2003 per creare occasioni di incontro e formazione finalizzate a favorire l’avvio di collaborazioni o l’incontro con venture capitalist. Altre quattro hanno invece usufruito del Fondo Rotativo: uno strumento di seed capital pubblico per il sostegno allo sviluppo di imprese ad alto potenziale di crescita mediante il quale la Camera ha sottoscritto quote di capitale di minoranza, fino a 200mila euro, senza intromettersi nella gestione delle attività ed impegnando i soci a riacquistare le quote, ad un prezzo prefissato, entro i 3 anni successivi.