Siamo arrivati all’ultima domenica di marzo e l’ultimo film sulle donne. Donne senza uomini, potrebbe quasi sembrare un suggerimento.
Il film è del 2009, vinse il premio per la miglior regia al Festival di Venezia ed è diretto dall’artista iraniana Shirin Neshat.
Shirin Neshat è soprattutto fotografa (sue, ad esempio, sono la serie Women of Allah – fotografie di se stessa o di altre persone quasi completamente coperte dal chador con le parti del corpo rimaste visibili decorate in calligrafia iraniana con poesie di donne iraniane) e video artista (vinse la Biennale di Venezia nel 1999). Le opere di Neshat si occupano di donne, di solito iraniane, e dei problemi di genere e di religione.
Ho voluto fare questa premessa perché il film Donne senza uomini si allontana abbastanza dai canoni tipici del cinema tradizionale e risente
sicuramente dell’estesa esperienza di video artista della regista. La narrazione lascia molto a desiderare anche se il film è tratto da un
romanzo, e tanti piccoli avvenimenti non sono per niente chiari. Neshat nelle sue interviste si giustifica dicendo che la cultura iraniana è ricca
di metafore e allusioni e che probabilmente per un pubblico occidentale il suo film sarebbe risultato non troppo comprensibile. Allo stesso tempo però è tipico della videoarte la narrazione non lineare e piena di vuoti, e il ricorrere al fantastico, come accade nel film.
Ma se si superano certe abitudini, Donne senza uomini è un film particolarmente affascinante; e pieno di suggestioni che più che dalla narrazione scaturiscono dalle bellissime immagini. Immagini che sembrano curate una ad una; alcune sembrano quasi dei quadri, come l’immagine di una delle donne immersa nell’acqua e coperta da vegetazione che ricorda l’Ophelia di John Everet Millais. Belli sono anche i contrasti di colori, soprattutto il bianco e il nero; e quelli di luce e di buio. Anche la natura viene rappresentata in modo particolare certe volte selvaggia e altre quasi fantastica, a contrapporsi al mondo violento degli uomini.
Donne senza uomini segue la storia di quattro donne iraniane nella Tehran del colpo di stato appoggiato dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra del 1953 che riportò al potere lo Scià e destituendo un presidente democraticamente eletto. Quattro donne diverse tra loro: una giovane molto interessata agli avvenimenti politici ma che è costretta in casa dal fratello; la sua amica osservante e tradizionalista; una giovanissima prostituta; la moglie di un militare. Tutte in un modo o in un altro si ribellano al potere maschile e si ritrovano in una misteriosa casa di campagna dove cercano di curare le proprie ferite.
Donne senza uomini è il primo e fino ad oggi l’unico lungometraggio di Shirin Neshat.