Un’ora in piedi: ma cosa leggono queste sentinelle in piedi per un’ora? Dalle foto non si capisce e io sono molto curiosa. Io seduta invece a guardare 52 Tuesdays
Mica per protesta, poi, perché io ancora non l’ho capito cosa difendono queste sentinelle in piedi. La famiglia ‘tradizionale’, dicono. Non mi sembra per niente a rischio d’estinzione. Va be’…
52 Tuesdays è un film australiano che guarda caso in Italia non è uscito. È un film del 2013, uscito nelle sale nel 2014 e che ha vinto un sacco di premi, tra cui Grand Jury Prize e Directing Award al Sundance Film Festival.
La regista si chiama Sophie Hyde e gli attori sono tutti non-professionisti o al loro primo film: la protagonista, per esempio, ha studiato arti circensi e il ruolo della madre della protagonista è interpretato da quello/a che all’inizio era il/la consulente di questioni transgender per il film.
La storia è questa: un bel giorno Billie, una ragazzina di 16-17 anni, viene informata che la madre, con cui abita e con cui ha un rapporto molto stretto, ha deciso di diventare uomo e che in questo periodo di transizione preferisce che la figlia vada ad abitare col padre. Decidono insieme però che il martedì, tutti i martedì, sarà il loro giorno, quello in cui staranno insieme.
Billie quindi viene resa partecipe dei cambiamenti della madre, ma allo stesso tempo, data l’età, vive anche lei un periodo di transizione e scoperta sessuale che però tiene per sé.
52 Tuesdays è stato girato davvero solo di martedì per rendere la storia più realistica. E i martedì sono davvero 52, ma alcuni durano solo qualche secondo.
52 Tuesdays è un bel film, divertente, emozionante, triste, e drammatico. Certo è un film sulla ‘differenza’ sessuale, ma è soprattutto un film sulla crescita e sulla scoperta di se stessi, sulla scoperta di chi siamo veramente che è l’unico modo per poi avere dei rapporti veri, sinceri e profondi con le persone che ci stanno intorno. (Della serie: Psychiatric help 5 cents.)