Il suo sguardo di gelo,
il mio sangue che gronda,
gli occhi fissano il cielo
di questa notte profonda.
Ho ascoltato in silenzio
la tua rabbia parlata.
Ho subito in silenzio
la tua rabbia sferrata.
Io morto, a terra disteso,
dopo il tuo vile attacco.
Tu fuggi, non porti il peso
del tuo esser vigliacco.
Si alzeranno cori di indignazione
misti a lacrime e commozione,
ma interrogate la società:
di chi è figlia la brutalità?
Sarà utile per le indagini
vedermi morire nelle immagini
che del fatto daranno riscontro
come un dito puntato contro.
Frama
Pisa, 19 aprile 2014
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