L’Ardsu presenterà una manifestazione di interesse al Comune di Pisa per una concessione temporanea dell’ex convento di Santa Croce in Fossabanda, da destinare a foresteria per studenti, in attesa che siano pronte le residenze universitarie di San Cataldo e Paradisa. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione dello scorso 16 aprile, dando mandato all’unanimità al Presidente per trattare con il Comune di Pisa in questa direzione.
L’associazione studentesca Sinistra Per plaude l’iniziativa, dopo mesi di battaglia serrata per chiedere che l’immobile venga tolto dall’elenco dei beni alienabili del comune, che però su questo punto al momento non ha intenzione di retrocedere. Già un traguardo importante però, quello sull’uso temporaneo di Fossabanda, che l’associazione valuta come “un altro passo in avanti verso la riconversione dell’immobile, tuttora abbandonato, in mensa universitaria, al fine di colmare la grande domanda di pasti presente nell’area delle Piagge da quando i corsi di Giurisprudenza e Scienze Politiche sono stati ivi trasferiti dal palazzo della Sapienza e da palazzo Serafini”.
Un’idea, quella di usarlo come mensa, che già vede favorevole l’Ardsu da tempo; a questo, gli studenti aggiungono che “l’ex convento potrebbe ospitare anche circa 100 posti alloggio per studenti che, senza dover costruire edifici ex novo, diminuirebbero il numero di aventi diritto “non beneficiari” a causa della carenza di residenze”.
Rivendicano come propria questa prima vittoria, ossia la rimessa in discussione della vendita dell’immobile, ipotesi, affermano, “che si sta allontanando grazie alla mobilitazione degli studenti per il mantenimento della funzione sociale del patrimonio pubblico, iniziata con l’occupazione temporanea del convento dell’11 novembre 2013. La necessità di dare risposte concrete ai bisogni degli studenti, alla luce dell’attuale carenza di mense e alloggi, si è dimostrata più forte di qualsiasi tentativo di criminalizzazione e marginalizzazione delle nostre istanze: la stessa pratica dell’occupazione, da principio stigmatizzata violentemente dal Comune, ha rivelato in seguito la sua natura tutta politica, essendosi caratterizzata come uno strumento conflittuale per incalzare le istituzioni e imporre un tema nell’agenda dei vari enti coinvolti”.
“Ora si tratta di accelerare sulla contrattazione fra Comune e ARDSU”, aggiungono. “Per parte nostra abbiamo intenzione di convocare al più presto la Consulta degli Studenti, organo di interlocuzione diretta tra il Consiglio degli Studenti e il Comune, per pressare l’istituzione a dare una risposta concreta in tempi brevi all’ARDSU. Inoltre, abbiamo chiesto la convocazione della CUT, organo di indirizzo della programmazione territoriale tra Università, Comune e Azienda per il Diritto allo Studio per ottenere quello che per gli studenti non è semplicemente una richiesta, ma un bisogno impellente: avere una città che soddisfi le domande di servizi con una buona sinergia tra soggetti pubblici, rispondendo alla logica dell’interesse comune e non a quella del privato”.