Una lettera aperta di Monica Zoppè del circolo Legambiente Pisa sul Distretto 42
C’era una volta, e c’è ancora, un bel giardino nel centro di Pisa: un posto tranquillo, pieno di alberi, fiori e un bel prato, dove si può giocare, passeggiare, leggere, passare qualche ora in compagnia del canto degli uccelli, invece che del rumore dei motori.
C’era una volta, e c’è ancora, un posto curato da tante persone, che avevano pulito il prato e i sentieri, avevano anche messo dei cartellini alle piante, così si poteva dire ‘il cedro’, ‘il sambuco’, o ‘il platano’, chiamare per nome ogni pianta, e imparare a conoscere il verde, a volergli bene e rispettarlo.
C’era una volta, e c’è, ancora, un luogo in centro dove si poteva andare a pranzo alla domenica, e stare con tante persone, fare nuove amicizie, sentire storie di paesi diversi. I cittadini stranieri ci andavano a imparare l’italiano, e ,a volte, al mattino, c’erano delle torte per fare colazione.
Tutto questo c’era e c’è ancora, ora però il cancello che dà accesso a questo bellissimo posto nel centro di Pisa è di nuovo chiuso.
Si tratta della ex caserma Curtatone e Montanara, nel quartiere San Martino, nota anche come Distretto perché fino a 20 anni fa, quando c’era ancora la leva obbligatoria, era lì che i giovani pisani si dovevano presentare al compimento dei 18 anni.
Questo spazio, sequestrato alla città da 20 anni di abbandono, era stato aperto e reso fruibile nel gennaio di quest’anno grazie all’opera di numerosi cittadini e associazioni che, stufi di aspettare risposte da un’amministrazione comunale sorda alle richieste ed esigenze della città, avevano prestato il proprio tempo e lavoro gratuito per restituire questa grande area chiusa alla cittadinanza.
La magistratura, con insoliti velocità, ha emanato un’ordinanza di sgombero, mentre il Comune ha taciuto, nonostante il quartiere si sia dimostrato favorevole all’apertura del giardino, come dimostrano le numerosissime firme raccolte in breve tempo.
Il motivo è che c’è il Progetto Caserme: un progetto del 2001 che prevede uno scambio tra il Comune di Pisa e il Ministero della Difesa: le tre caserme di città (Curtatone e Montanare, Bechi Luserna e Artale) andrebbero al Comune in cambio della costruzione di una nuova caserma grande a Ospedaletto.
Ci sono molti motivi per essere contrari al Progetto Caserme, non da ultimo il fatto che Pisa dovrebbe aspirare ad essere una città di pace, e non un centro militare. Inoltre, dal punto di vista di sviluppo del territorio, uno spazio di proprietà pubblica, ma non fruibile dai cittadini (perché in uso ai militari) viene reso disponibile, ma, secondo il Progetto Caserme, direttamente venduto a privati, quando i cittadini invece avrebbero desiderio (e diritto) di vedere un grande spazio verde come quello restituito alla fruizione pubblica.
Prima delle vacanze pasquali avevo lasciato una città ben contenta di poter trascorrere nel verde parte del proprio tempo libero, in un clima socializzante ed aperto. Ora torno e trovo cancelli chiusi, persone e attività senza un luogo dove fare le cose.
Mentre vorrei che Pisa aspirasse ad essere una città in cui si trasformano le caserme in parchi giochi, mi auguro che il Distretto, quel giardino che c’è, torni presto ad essere un luogo a disposizione di tutti.
Monica Zoppè
(circolo Legambiente Pisa)