Gandhi e i tessitori della pace è una mostra documentaria dedicata alla tessitura come simbolo della filosofia morale del Mahatma che si inaugura domenica 11 maggio alle 17.30 al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, nella Certosa di Calci, dove rimarrà aperta fino al 22 giugno.
Il percorso espositivo si concentra sulla figura di Gandhi e sulla sua visione morale della politica. Alle fotografie d’epoca, che ritraggono il leader del Congresso Nazionale indiano, si accompagna l’esposizione di manufatti di tre diverse cooperative indiane, ispirate ai valori gandhiani e attente alla sofisticata tradizione dell’alto artigianato indiano. Sempre domenica dalle 17.30 alle 19.00 i visitatori potranno acquistare i tessuti in cotone e seta lavorati a mano prodotti dalle cooperative che hanno collaborato alla mostra.
Secondo la visione gandhiana, la filatura e la tessitura a mano del bianco cotone khadi esprimono tre fondamentali concetti: il patriottismo inteso sia come lotta contro il colonialismo britannico sia come emancipazione dell’individuo, la democrazia con l’accesso alla sfera pubblica dei più poveri, lo sviluppo nei villaggi. Il rigore della povertà predicato da Gandhi, che ancora ispira quanti praticano la tessitura e la filatura a mano del khadi, non esclude però l’eleganza. La produzione contemporanea, prevalentemente bianca, è varia e raffinata e i tessuti, che usano numerosi motivi, hanno spessori diversi e in alcuni casi si presentano come veli rarefatti di squisita fattura.