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Corrieri in protesta con i Cobas: “Condizioni di lavoro inaccettabili”

cobas

Giornata di mobilitazione ieri indetta dai Cobas davanti alle filiali del corriere Bartolini (BRT) di Madonna dell’Acqua (San Giuliano) e Lavoria. I lavoratori denunciano licenziamenti, ritenuti illegittimi, da parte di alcune cooperative che gestiscono la logistica per conto della ditta Bartolini nelle due filiali di Pisa.

Accuse gravi quelle formulate dai lavoratori e dai Cobas, che vanno dal mancato rispetto del contratto nazionale a licenziamenti senza preavvisi che saranno contestati in sede giudiziaria dall’ufficio legale dei Cobas. Bartolini è un corriere che opera con marchi importanti e lavora su tutto il territorio nazionale; solo a Pisa sarebbero una ventina i lavoratori in subappalto, mentre i dipendenti diretti dell’azienda sono solo gli amministrativi.

“Siamo costretti a turni di 12 e più ore giornaliere pagate forfettariamente”, dicono i lavoratori. “In una giornata porti a casa una cinquantina di euro al netto ma non hai il buono pasto e in caso anche di un semplice graffio al mezzo sei costretto a pagare cifre astronomiche a rimborso del danno. Non c’è rispetto alcuno dell’orario di lavoro, il tempo di guida è eccessivo ma avendo noi la patente B non ci sono controlli, e il contratto nazionale (per ferie, indennità e la stessa paga oraria) non è applicato”.

Condizioni di lavoro pesanti, a detta di lavoratori e Cobas, “perché la Bartolini si affida a cooperative che spesso cambiano nome dalla sera alla mattina, cooperativa che operano dentro le filiali e di fatto potremmo anche pensare ad una intermediazione di manodopera. La domanda la rivolgiamo alla direzione provinciale del lavoro – aggiungono – che è già stata interpellata e dalla quale attendiamo risposte”.

Ci sarebbero stati anche dei licenziamenti senza preavviso, come quello di Stefano Giannettini, che ha perso il lavoro proprio in questi giorni: “Senza forma scritta, solo con un sms”, spiega lui stesso. “La mia iniziativa arriva alla fine di contrasti durissimi per ottenere la retribuzione, le indennità di malattia non pagate e una lotta contro condizioni inaccettabili di lavoro. Sono stato messo forzatamente a riposo ad aprile, perché non c’erano mezzi a disposizione, poi a maggio ho avuto un mese di malattia, non indennizzata e qualche giorno fa, prima che mi scadesse il contratto (il 17 giugno), sono stato avvisato con un sms della cessazione del mio rapporto di lavoro. Nel frattempo devo ancora ricevere due stipendi”.

E gli fanno eco anche gli altri lavoratori: “Ad un certo punto, dopo che hai richiesto la semplice applicazione del contratto nazionale, vieni lasciato a casa senza alcun motivo, non sai la ragione di questo provvedimento orale e passano dei giorni in cui spendi qualche euro solo per chiamare i responsabili della cooperativa. Poi alla fine apprendi di essere stato licenziato ma non c’è traccia del provvedimento. Giocano sull’ignoranza e sulla paura, sulla disinformazione e soprattutto sul fatto che molti lavoratori sono immigrati, senza lavoro perdono anche il permesso di soggiorno. Molti italiani vivono in condizioni analoghe soprattutto se hanno bambini e mogli a carico e non possono rinunciare anche ad uno stipendio da fame”.

Abbiamo provato a contattare i responsabili di Bartolini a Pisa, ma non è stato possibile ottenere una loro replica.

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Pubblicato il: 13 giugno 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa

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