di Giovanni A. Cignoni
Le faccine ridono, ma sono una cosa seria. Su Repubblica on line c’è un articolo di Luca De Vito che annuncia e commenta la recente estensione dello standard Unicode che include altri glifi all’insieme di lettere, cifre e simboli già disponibili sui nostri PC, tablet e compagnia.
L’articolo chiude commentando:
Una novità, quella delle emoticon, che però ha già causato le prime proteste. C’è il “dito medio” che rimanda a gestualità note, ma mancano ad esempio riferimenti ai neri: non c’è ancora l’iconcina di una persona “black”.
Errore
La faccina nera c’è da tempo, fu introdotta con il PC IBM nel lontano 1981. IBM decise di estendere la codifica ASCII che allora definiva l’alfabeto dei calcolatori. Aggiunse altri 128 glifi, fra i quali anche la faccina. Che da subito fu nelle due, politicamente corrette, versioni. Secondo le convenzioni IBM la nuova codifica si chiamava Code Page 437.
Più tardi, per uniformare su tutti i sistemi la codifica dei glifi, in particolare di quelli degli alfabeti non latini, furono introdotti standard promossi da consorzi internazionali come Unicode. La prima versione di Unicode fu pubblicata nel 1992. Le faccine, bianca e nera, ovviamente c’erano e, come si conviene a uno standard, ci sono ancora con il loro codici originali: U+263A e U+263B.
Non tutti i caratteri tipografici implementano l’insieme completo dei glifi Unicode, anche perché, di versione in versione, con la 7.0 appena pubblicata siamo arrivati a oltre 113 000. Ma le faccine sono standard da più di vent’anni e i caratteri più tradizionali (Times New Roman, Arial, …) le hanno.
Per chi le volesse trovare, su tutti i sistemi esistono delle applicazioncine per vedere l’insieme di glifi implementati da un carattere e, volendo, inserirli in un documento. Su Windows si chama Character Map, sul Mac Character Viewer, su Linux ancora Character Map. Se usate Open/Libre Office è integrato nelle applicazioni sotto la voce di menù Insert/Special Character. In HTML le faccine si inseriscono con i codici “☺” e “☻” (che poi sono la codifica decimale dei codici esadecimali Unicode).
PS: la storia degli emoticons è stata raccontata in un’istallazione all’ultimo IF, per chi non fosse passato dalla Leopolda in quell’occasione i pannelli sono sulle pagine web di HMR.
Immagini: