Conferma che l’iter della gara sarà portato avanti e la direzione intrapresa dalla Regione per il gestore unico del trasporto pubblico locale confermata. Così l’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli ieri in consiglio comunale a Pisa per fare il punto sulla gara, che definisce “uno scudo contro i tagli”, e sulle prospettive per autobus vecchi, linee dimezzate, collegamenti fra città e provincia sempre più a rischio.
“Parto dalla preoccupazione diffusa sul futuro del trasporto pubblico – ha detto l’assessore – che la regione ha deciso di non vivere passivamente ma di fare quanto possibile per garantire un servizio che attiene ad un diritto fondamentale. Non c’è stata un’attenzione adeguata al tema, sopratutto negli ultimi anni, con tagli rilevanti da parte dei governi, anche di fronte alla rilevanza del settore dal punto di vista economico. Nel 2011 la Toscana ha subito un taglio di 160 milioni rispetto ai 524 che tutti gli anni investe nel trasporto, sia su gomma che su ferro; nel 2012 è stato di 196 milioni”.
A fronte di un’incertezza che si è ripetuta negli anni, la Regione ha scelto di proseguire la strada della gara per l’affidamento ad un unico soggetto del servizio: “Una scelta che non è una novità per la Toscana, che aveva già provveduto a fare gare su ambiti provinciali”. Poi nel 2010 l’avvio vero e proprio, che però a distanza di quattro anni non si è ancora concretizzato nell’ingresso del gestore unico.
Per Ceccarelli ci sono problemi pregressi da affrontare: “Lo dico chiaramente: non possiamo più permetterci gli sprechi, occorre spendere bene ogni singolo euro dei cittadini che deve essere reinvestito in un servizio importante. Spreco è anche rinunciare alle forme di intermodalità e di integrazione”.
“La Regione – ha proseguito l’assessore – conferma per i prossimi 9 anni tutte le risorse che ha investito fino a quest’anno. Su 300 milioni all’anno di risorse complessive, 260 milioni, comprensivi del Fondo Unico nazionale per il TPL, arriveranno dal bilancio regionale, 40 dovranno venire dagli enti locali. A questi si aggiungono circa 105 milioni ricavati da biglietti e abbonamenti”.
L’intenzione inoltre è quella di “qualificare il settore, in termini di investimenti, con il rinnovo del 50% dei vettori. Oggi in Toscana viaggiano circa 3000 bus, con un’età media di 12 anni, l’obbiettivo è di arrivare a 1.500 autobus rinnovati a 9 anni dall’avvio della nuova gestione”. Conferma quindi le preoccupazioni dei sindacati quando afferma che “il processo di razionalizzazione, dal punto di vista del personale comprenderà sicuramente degli esuberi”. Per questo verranno stanziate delle risorse a parte: “81,5 milioni per un bando dedicato a nuovi profili professionali”, afferma. “Queste risorse serviranno a sostenere l’occupazione di coloro che parteciperanno a un corso di formazione che fra qualche giorno sarà pubblicato, per formare personale che si occuperà di contrasto all’evasione, aiuto ai diversamente abili, informazioni ecc. un modo per sostenere occupazione dando ulteriore qualificazione”. In pratica, anziché prevedere un piano senza esuberi, si programma una gara che li prevede ma a cui si affiancano misure alternative per il reinserimento.
Quanto alle percorrenze, “La gara consentirà di fare gli stessi km spendendo gli stessi soldi”, dice Ceccarelli. “In Toscana ci sono 2 milioni di km gestiti in subappalto, dove le grandi aziende le subappaltano alle piccole con costi che sono circa la metà di quello che vengono pagati alle grandi aziende”, afferma, senza specificare che quei risparmi spesso vengono dal costo del lavoro.
Infine, ultimo punto critico i cosiddetti “lotti deboli”, ossia quelle linee, in particolare montane e collinari, con poca affluenza, che li riguardano le province di Pisa, Arezzo e Firenze. Linee che però permettono il collegamento fra comuni che altrimenti sarebbero tagliati fuori: “Verranno gestite autonomamente da comuni e unioni dei comuni. Si tratta di 4,2 milioni di Km, che non faranno parte del lotto unico, composto da 106 milioni di km. I lotti deboli verranno messi a gara con formule più aderenti alle esigenze dei territori. La Regione contribuirà con 1,5 milioni di euro per le aree montane e 1,1 per quelle di pianura, ma a dare con l’apporto determinante saranno i comuni”.