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Social network prima dei social network

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Che cosa sono i social network? Dal punto di vista sociologico, e non solo, una rete sociale è una struttura formata da individui (ed organizzazioni), chiamati “nodi”, che sono legati tra loro da uno o più differenti tipi di interdipendenza, come l’amicizia o la parentela.

Nella sua versione meno elaborata, una rete sociale è una mappa variegata, semi-strutturata in cui ogni individuo è interconnesso con gli altri. Questi costrutti vengono rappresentati da un diagramma di rete, delineato con linee e punti. Nel libro Comunità e società, il sociologo tedesco Ferdinand Tönnies enuncia due tipi di raggruppamenti sociali: Gemeinschaft e Gesellschaft.

Il primo fra questi, spesso tradotto con il termine “comunità”, fa riferimento a specifici gruppi, i cui soggetti sono incatenati tra loro da sentimenti di solidarietà o bisogno (la famiglia ne è un classico esempio). Il secondo, definito come società, si riferisce invece a gruppi che hanno come fine ultimo il raggiungimento di singoli obiettivi (come ad esempio una società per azioni o un’entità statale).

George Simmel, nel 1917, fu il primo a pensare in termini di social network. Prese in considerazione la cosiddetta “comunicazione ramificata”, all’interno della quale le dimensioni di “gruppo” influiscono direttamente sulla qualità delle relazioni dei i singoli soggetti.

Interessante, quindi, è analizzare la teoria “dei sei gradi di separazione” enunciata nel 1929 da Frigyes Karinthy, in un racconto breve intitolato Catene. Secondo questo scrittore, ogni soggetto è legato ad altri attraverso una catena di conoscenze formata da non più di 5 intermediari.

Un pensiero simile, venne formulato anche da Stanley Milgram e prese il nome di “teoria del piccolo mondo”.

In virtù di questo esperimento, Milgram selezionò casualmente un gruppo di americani del Midwest e chiese loro di spedire un pacchetto standard ad un estraneo, che abitasse nel Massachusetts (a migliaia di chilometri di distanza). Ognuno di essi conosceva il destinatario, la sua occupazione, la residenza, ma non l’indirizzo esatto.
Fu quindi domandato a ciascuno dei partecipanti di inviare il proprio pacchetto ad una persona amica (in possesso, secondo loro, del maggior numero di possibilità di conoscere il destinatario finale).

Nel 1929 Frigyes Karinthy formulò la teoria dei “sei gradi di separazione” in un racconto intitolato “Catene”

Quella persona avrebbe fatto la stessa cosa, e così via fino a che il pacchetto non fosse stato ricevuto personalmente dall’utente finale. I partecipanti si aspettavano che la catena includesse perlomeno un centinaio di intermediari, e invece ci vollero solo tra i cinque e i sette passaggi per far arrivare il pacchetto in questione.

Questa teoria, per giunta, generalizza le caratteristiche sommarie che le reti interconnesse hanno tra loro. Ogni elemento, per quanto diverso, ha almeno due caratteristiche simili: l’alto livello di aggregazione e il basso grado di separazione. Di fatto, nonostante ogni elemento tenda ad avere relazioni prevalentemente con pochi, ciò non impedisce di ottenere comunque una “vicinanza”, tramite esigui intermediari, con qualsiasi altro elemento della rete.

Tale studio, cerca di dare una spiegazione generale a situazioni già osservate in differenti campi scientifici (nelle reti informatiche e nelle catene alimentari, ad esempio). Da un punto di vista informatico il primo rudimentale social network, nell’accezione classica che tutti noi conosciamo, nasce nel 1994, con la creazione del portale Geocities. Grazie a questo strumento, gli utenti della stessa città potevano condividere differenti contenuti, e pubblicare alcuni post.

La vera rivoluzione, però, la si ha avuta con la nascita di Facebook, sito web lanciato nel 2004 che ha messo online le vite di milioni di persone. È difficile, ormai, pensare al presente e non includere nella nostra mente queste nuove tecnologie, ma è altrettanto necessario scindere l’informatica dalla pragmaticità della vita, onde evitare facili illusioni e fragili legami.

Mirko Mugnani

studente di sociologia dell’Università di Pisa

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Pubblicato il: 29 giugno 2014

Argomenti: Cultura, Tech

Visto da: 998 persone

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