Il 10 maggio scorso la nuova Galleria Passaggi di Pisa ha inaugurato la propria stagione espositiva con una mostra davvero speciale. Si direbbe un attraversamento delle esperienze di due pratiche artistiche, quello che si attua in Galleria dove ogni oggetto artistico, nella sua dimensione visiva o verbale, rilegge il quotidiano vissuto donandone un nuovo significato, quello soggettivo e peculiare dell’artista Sabrina Mezzaqui e della poetessa Antonella Anedda. “Un forma di attenzione” sulla vita di certe cose che si condivide qui con il pubblico.
Due modalità compositive in dialogo tra loro e con lo spazio della Galleria stessa, mostrando le affinità che possono intercorrere tra la parola scritta e rappresentata o ciò che essa può ispirare visivamente. Due sensibilità che aprono le porte su nuove modalità di lettura dell’esperienza intima, nel caso di Antonella Anedda, di cui sono esposte alcune poesie tratte da “Collezionare perdite” dove le parole sono messe in relazione stretta con frammenti visivi che rievocano lutti ed assenze.
Ad esse si riallaccia invece l’esperienza estetico-pratica e concettuale di Sabrina Mezzaqui con “Cucire”, il primo lavoro che incontriamo appena entrati in galleria; un libro di stoffa in cui sono riportate cucite alcune liriche raccolte in “Salva con nome” di Antonella Anedda.
Successivamente si passa nella seconda parte dell’esposizione riservata alla seconda opera della Mezzaqui “Che tu sia per me il coltello”, ispirata al libro omonimo di David Grossman. Qui le pagine del libro sono come spurgate dall’interlinea bianca mettendo in risalto soltanto le linee di testo di cui se ne ottengono anche dei piccoli rotolini che, infilati come perline dall’interno delle pagine ritagliate del libro salgono fino a perdersi nell’oscurità “infinita” del soffitto della galleria. Un’operazione in cui viene esaltato il significato intrinseco delle parole, avendo queste la forza di dissezionare, come un coltello, le viscere dell’anima delle persone.
Trasformato in opera visiva, la Mezzaqui attraverso la pratica del modificare e manipolare unita a una pratica concettuale attraverso l’isolamento di parole o frasi portatrici di qualità/figure estetiche che richiamano il concetto espresso nel libro, propone nuove interpretazioni dell’oggetto libro, estrapolato dal suo contesto di funzione quotidiana, in una relazione intima con ciò che vi sta scritto.
Come scrive Silvana Vassallo, “La cifra autoriale perde la sua centralità ospitando e aprendosi al contributo di una moltitudine di individui” infatti il lavoro di questa artista si compone di due aspetti fondamentali perché “fatto di tante persone, sia visibili (scrittori, poeti…), sia invisibili…” cioè quelle che aiutano e partecipano alla concreta realizzazione e composizione dell’opera.
Per la mostra, che rimarrà aperta fino alla metà di Settembre, verrà realizzato un catalogo molto speciale; un piccolo libro d’artista in edizione limitata, firmata e numerata, con un testo inedito di Antonella Anedda, le immagini delle opere di Sabrina Mezzaqui, e alcuni scritti della Gallerista e curatrice Silvana Vassallo, ricreando così quel dialogo che in Galleria ha trovato, direi, una sua dimensione spaziale consona.
Per il finissage della mostra, venerdì 26 settembre, si prevede la presentazione del libro d’artista e una lettura di poesie di Antonella Anedda.
La Galleria rimarrà chiusa per tutto Agosto e riaprirà il primo di Settembre.