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Chiudono più negozi di quelli che aprono. Confesercenti: “2014 al palo”

borgo

È ancora negativo il saldo tra aperture e chiusure per quanto riguarda il commercio a Pisa. Il dato reso noto dall’Osservatorio Confesercenti relativo al primo semestre 2014 registra per tutti i settori un meno 39: sono infatti state 27 le nuove iscrizioni alla Camera di commercio a fronte di 66 cancellazioni.

A fare le spese di questo calo anche settori che, almeno alla fine del 2013, sembravano resistere alla crisi, quindi bar e ristoranti, che nei primi sei mesi registrano un saldo negativo di 22 unità (22 le nuove aperture, 44 le chiusure). Continua poi la crisi di abbigliamento e calzature, settore che da gennaio a giugno a visto solo due nuove aperture (contro le sette cessazioni). Unico settore ancora una volta con il segno positivo è quello degli ambulanti.

Pisa nei primi sei mesi dell’anno è il primo capoluogo toscano per saldo tra aperture e chiusure (più 30): sono state infatti 41 le nuove iscrizioni contro 11 cessazioni. La seconda in questa particolare classifica è Livorno con un saldo positivo di 13 unità.

“Dopo la crisi del 2013, tutti speravamo in un rallentamento della caduta – commenta il direttore di Confesercenti Toscana Nord Marco Sbrana -. Invece il 2014 sembra essersi avviato verso un peggioramento. Le chiusure continuano, e si registra un’allarmante diminuzione di nuove aperture rispetto al 2013: siamo sempre stato un popolo ad alto tasso di imprenditorialità, ma adesso sembra aver preso piede un diffuso clima di sfiducia, causato dalla stretta del credito e da un mercato che sta cannibalizzando le imprese più piccole”.

“Per questo – aggiunge – chiediamo al governo di estendere gli strumenti messi a disposizione da Garanzia Giovani per favorire l’autoimprenditorialità attraverso un’adeguata formazione, ma anche di prevedere un regime fiscale ad hoc per le start up di impresa”.

Anche le prospettive per i mesi che restano del 2014 non danno molta fiducia secondo Sbrana: “Il dato Istat molto negativo sulle vendite al dettaglio di maggio, che segue a quello non meno preoccupante sulla flessione degli ordini della produzione di qualche giorno fa, segnala con evidenza che la stagnazione dell’economia prosegue. Di questo passo l’eventualità di una crescita zero rischia di rafforzarsi pericolosamente. Attendiamo ora di vedere se lo scenario cambierà con l’ingresso in campo da giugno e luglio del bonus fiscale e dei saldi ma gli elementi di incertezza tuttora presenti fanno temere  che le previsioni di consumi praticamente al palo anche nel 2014 potrebbero rivelarsi esatte”.

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Pubblicato il: 4 agosto 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa

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