Riceviamo e pubblichiamo la denuncia di Alfea Cinematografica e Cineclub Arsenale, che gestiscono l’arena Ciak di Tirrenia d’estate, sugli striscioni stampati che sono stati ritagliati qualche notte fa, con grande danno all’immagine del cinema. Se continua così, dicono i gestori, il cinema è a rischio per i prossimi anni
Dopo il temibile “matsucoccus feytaudi” che, qualche anno fa, ci ha portato via gli splendidi pini marittimi dentro cui ci adagiavamo e dopo questa bizzarra estate annegata fra tempeste e “bombe d’acqua” che ci ha portato via una buona parte del pubblico, un’altra piaga ha colpito il cinema Ciak di Tirrenia: la stupidità umana.
Una piaga che, a tutt’oggi, non ha ancora un antidoto e che si è accanita, sotto forma di moderni “Mani di forbice”, sugli striscioni stampati messi a decorare la recinzione del cinema.
Sabato scorso (2 agosto), in pieno giorno, ignoti, come si dice nelle peggiori cronache nere, hanno fatto sparire, tagliandoli maldestramente, due nuove immagini stampate su pvc, che avevano appena decorato il cancello di ingresso del Ciak. Cosicché i coraggiosi spettatori che ancora frequentano il cinema, sfidando l’inclemenza di questa pazza estate, non hanno nemmeno fatto in tempo a gustarsi le immagini a colori di Jonny Depp nelle vesti del Cappellaio Matto e Elena Bonham Carter in quelle della Regina di Cuori che li avrebbero accolti all’ingresso del cinema.
Non contenti, nella notte fra sabato e domenica, i soliti furbacchioni (o, chissà, qualche emulatore) hanno pensato bene di portarsi a casa anche la parte di immagini dedicate ai bambini, ritagliando circa 7 metri dello striscione che decorava la recinzione a sinistra dell’ingresso e che raffigurava vari protagonisti di film di animazione. Uno spregio che, aldilà del danno economico e d’immagine, mortifica e intristisce soprattutto perché inserito in un contesto già di per sé molto difficile.
Alfea Cinematografica e Cineclub Arsenale, che gestiscono il cinema Ciak di Tirrenia da venti anni, non mollano e, nonostante tutto, sono intenzionati a portare in fondo questa travagliata stagione estiva. Tuttavia, in quanto imprenditori culturali privati che sopravvivono solo con i proventi delle proprie attività, si trovano costretti a fare i conti con i conti.
E i conti non tornano: strangolati da una distribuzione che favorisce i grandi esercenti delle multi-sale e costretti ad affrontare gli enormi costi richiesti dal passaggio al digitale, diventa sempre più difficile assicurare un’offerta culturale e di svago in un ambiente indifferente. Proprio gli alti costi del passaggio dalla pellicola al digitale e le conseguenti difficoltà tecniche e logistiche hanno causato in questa stagione la chiusura di un grande numero cinema e di arene estive e garantire anche quest’anno l’apertura del Ciak di Tirrenia è stato un impegno e un sacrificio notevoli.
Proseguendo così non è escluso che il prossimo anno anche Tirrenia, un tempo nota come città del Cinema, non venga privata del suo Grande Schermo, ma “se piove di quel che tuona……..”.