Un moschettone che cede facendo precipitare un pancale carico addosso Daniele Folletti. Così l’uomo, 61 anni di Lucca e titolare di una ditta di impianti di aerazione, ha perso ieri la vita mentre era a lavoro nel cantiere della Welcome Italia a Montacchiello.
Con lui il genero, che ha immediatamente chiamato i soccorsi, ma per Daniele Folletti non c’è stato niente da fare.
L’incidente è avvenuto intorno alle 14 nel cantiere durante un’operazione di movimentazione: un moschettone avrebbe ceduto, sganciando così un pancale carico dall’elevatore.
“Il nostro primo pensiero corre alla famiglia della vittima – scrive in una nota il sindacato Fillea-Cgil – alla quale ci stringiamo condividendo il suo dolore e porgendo le nostre più sentite condoglianze. Questo dramma riporta prepotentemente in primissimo piano il tema della sicurezza sul lavoro. È presto per poter trarre delle conclusioni e auspichiamo che le indagini che si stanno svolgendo facciano piena luce sull’accaduto. Possiamo dire, però, che in un momento storico come quello in cui stiamo vivendo, dove la crisi ha fatto precipitare le possibilità di impiego e di occupazione, il tema della sicurezza rischia di passare in secondo piano”.
L’incidente, prosegue la nota “ci dimostra come sia indispensabile non abbassare la guardia. Crediamo che tutti debbano interrogarsi ad ampio raggio su come poter prevenire fatti come questo e fare in modo che nessun altro debba piangere un proprio caro morto sul lavoro. La vittima, Daniele Folletti, aveva 61 anni, un’età in cui, in tempi non troppo lontani, si era già in pensione e, di fronte a quanto accaduto, ci interroghiamo anche su quanto sia opportuno, come prevede l’attuale normativa in tema di previdenza, che le persone, pur con mansioni faticose e pericolose, siano costrette a continuare la propria attività a 60 anni e oltre. Purtroppo – conclude la Fillea-Cgil- queste considerazioni non riporteranno Daniele Folletti all’abbraccio dei propri cari, ma crediamo importante che ciascuno, anche chi legifera, ponga attenzione agli effetti del proprio operato”.
A portare l’attenzione sulla connessione fra incidenti sul lavoro e innalzamento dell’età pensionabile anche lo sportello sicurezza dei Cobas.
“L’aumento dell’età pensionabile – scrivono – l’aumento dei ritmi del lavoro, gli appalti al ribasso e la crisi economica e sociale sono le cause delle morti sul lavoro.
Nonostante la riduzione delle ore lavorate e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro , infortuni e morti non diminuiscono e il nostro paese è tra quelli dove il problema assume connotati e dimensioni sempre più preoccupanti
“La morte di un operaio schiacciato da un carrello elevatore non ha niente di accidentale, a morire è il titolare di una piccola azienda a dimostrare che la condizione in cui operano anche le piccole imprese è all’insegna del rischio e di un pericolo crescente.
A morire sono non solo i giovani con meno esperienza ma operai da 40 anni in produzione che con altre leggi previdenziali sarebbero in pensione perché ci sono lavori usuranti che non si addicono a chi ha più’ di 60 anni.
“Chiediamo – concludono i Cobas – che sia fatta piena luce su quanto accaduto e constatiamo che la provincia di Pisa presenta un numero di infortuni, di malattie professionali in continuo aumento.
Non bastano allora gli adempimenti formali in materia di salute e sicurezza, bisogna fare di più’ perché infortuni, malattie e morti non siano notizie che accompagnano la nostra quotidianità”.